Politica

A giugno la visita savonese del ministro Anna Maria Cancellieri

Ministro Profumo e prefetto Basilicata

Savona. Il prefetto savonese Gerardina Basilicata è tornata a caldeggiare la visita del ministro Cancellieri nella città della Torretta e lo ha fatto con un collega diretto della titolare dell’Interno, ossia Francesco Profumo, il ministro dell’Istruzione, nel suo recente tour “di casa”. “Dica al ministro che spero di poterla accogliere presto a Savona”, ha detto chiaramente la responsabile dell’Ufficio territoriale del Governo a Profumo.

La data che era stata preventivata per l’arrivo di Anna Maria Cancellieri era quella del 5 giugno. Ma è stata posticipata, per sopravvenuti impegni istituzionali. Lo ha riferito lo stesso Profumo al prefetto: “Avevamo ipotizzato di venire in Liguria e a Savona, sia io che il ministro dell’Interno. Il 2 giugno saremo a Roma per le celebrazioni della Festa della Repubblica e avevamo prospettato, come data possibile, il 5 giugno. Per una serie di problemi, però, abbiamo dovuto spostare la data. Ma troveremo sicuramente un occasione per venire a Savona nelle settimane successive”.

E’ presumibile quindi che l’impegno per una visita savonese resti fissato per il mese prossimo. Con una incognita particolare, però, perché per il prossimo 11 giugno è fissato in Cassazione il processo che vede imputati agenti e funzionari di polizia per le violenze del G8. Il clima, a Genova e dintorni, non sarà dei migliori per le visite istituzionali, è facile immaginarlo. Così come è semplice prevedere che l’arrivo del ministro Cancellieri in Liguria avverrà solo a polemiche smorzate, polemiche giocoforza rinnovate dai filoni giudiziari sui fatti avvenuti alla scuola Diaz nel 2001. In ogni caso, stando a quanto specificato da Profumo, la visita del ministro dell’Interno in Liguria dovrebbe concretizzarsi entro la fine di giugno.

Intanto, oggi, la sesta sezione penale della Cassazione ha reso note in 36 pagine le motivazioni per le quali, lo scorso novembre, è stato assolto l’ex capo della polizia Gianni De Gennaro. In particolare, la Suprema Corte spiega che la sentenza della Corte d’Appello di Genova del 2010 che aveva condannato De Gennaro a un anno e 4 mesi per falsa testimonianza “pone confusamente in relazione la vicenda, così implicitamente rinvenendone connotati di rilevanza nel processo Diaz ad una questione di immagine compromessa della polizia che, essendosi tradotta in un grave insuccesso (per le inqualificabili violenze compiute sugli occupanti della scuola Pertini-Diaz), avrebbe indotto l’allora capo della polizia a prendere ogni distanza possibile dall’operazione e altresì a persuadere o ad esortare Colucci (l’ex questore di Genova, ndr) a modificare le anteriori sue dichiarazioni sulla vicenda”.

Sulle accuse nei confronti di De Gennaro, la Suprema Corte fa notare che “non si è acquisita alcuna prova o indizio di un coinvolgimento decisionale di qualsiasi sorta nell’operazione Diaz”. Ecco perché la Suprema Corte, annullando senza rinvio la sentenza impugnata, bacchetta i giudici di merito evidenziando le “palesi lacune” e i “palesi errori di diritto”. Con questa decisione piazza Cavour ha assolto anche l’ex dirigente della Digos genovese Spartaco Mortola che in appello era stato condannato ad un anno e due mesi. Le sentenze di primo e secondo grado già emesse, per il filone processuale delle violenze alla Diaz, sono state esaminate dalla Cassazione perché corredate agli atti della vicenda De Gennaro. Invece, il processo che vede imputati agenti e funzionari di polizia, è fissato in Cassazione per il prossimo 11 giugno.

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