Cronaca

Sparò razzi per festeggiare Capodanno e innescò incendio nel quale morì una donna: condannato a 2 anni e 2 mesi

Savona Tribunale

Savona. Nella notte di Capodanno 2007, sulle colline quilianesi e vadesi, divampò un terribile incendio nel quale, oltre ad essere divorati 281 ettari di bosco, una donna di 78 anni, Olga Rocca, che abitava in via Termi (località Cà du Gumbu), perse la vita. Per quel rogo un trentaseienne di Quiliano, Andrea Colamatteo, che era stato rinviato a giudizio con l’accusa di incendio doloso e omicidio colposo, questa mattina è stato condannato a due anni e due mesi di reclusione, oltre al risarcimento del danno alle parti civili. Una pena più severa rispetto alla richiesta del pm che aveva chiesto una condanna a un anno e quattro mesi di reclusione.

Nello specifico Colamatteo, che era assistito dall’avvocato Gianfranco Nasuti, dovrà pagare alla famiglia della vittima (assistita dall’avvocato Tiziano Gandolfo) una provvisionale di 50 mila euro (il risarcimento sarà invece da liquidarsi attraverso un separato giudizio civile) e al Wwf (rappresentato dall’avvocato Maurizio Barabini) un risarcimento di 10 mila euro.

Secondo quanto ricostruito nel corso degli accertamenti svolti dagli inquirenti, il 2 gennaio 2007, l’anziana, spaventata probabilmente dalle fiamme che stavano minacciando la sua casa, era uscita e si era allontanata nel bosco finendo per restare intrappolata dal fumo e dalle fiamme. Per Olga Rocca purtroppo non c’era stato scampo. Dalla ricostruzione degli investigatori che avevano cercato di fare luce sulle origini del rogo era emerso che, durante la notte di San Silvestro, l’imputato avrebbe lanciato dalla terrazza di casa sua alcuni razzi (una decina in tutto) per festeggiare il nuovo anno. Uno dei razzi, caduto tra la vegetazione, avrebbe innescato appunto l’incendio.

I carabinieri savonesi, nei giorni successivi all’incendio, avevano poi ritrovato i resti di alcuni “botti” ed eseguito una perquisizione domiciliare che avrebbe dimostrato che petardi e razzi erano esplosi dal balcone dell’abitazione dell’imputato. Nel corso del processo, in aula, uno dei testimoni aveva confermato che sul balcone della casa era stato rinvenuto un tubo di metallo adagiato su un basamento di cemento che sarebbe la “rampa” usata per lanciare i razzi che avrebbero poi innescato l’incendio.

Nel corso del procedimento era anche stato sollevato il dubbio che l’incendio per il quale era morta Olga Rocca non fosse lo stesso che si era originato dai razzi sparati dalla terrazza di Colamatteo. Un testimone aveva però spiegato che, secondo quanto rilevato dalla Forestale, sulle colline quilianesi e vadesi non c’erano stati più incendi nei giorni successivi a Capodanno. Il rogo nel quale è morta Olga Rocca sarebbe quindi lo stesso che era partito a causa dei razzi e che era stato dichiarato spento dai vigili del fuoco il 4 gennaio.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.