Cronaca

Scazzottata albenganese, De Filippis: “Scuse? No, prima di giudicare bisogna conoscere i fatti”

Albenga. Nessuna scusa alla cittadinanza da parte di Bruno Robello De Filippis perché – spiega – “prima bisogna conoscere i fatti e francamente, per quello che è accaduto, non ho da scusarmi”. Invece – precisa – “per mia sensibilità ho ritenuto di dimettermi da capogruppo e autosospendermi dal partito, comunicando il tutto ai dirigenti che mi sono stati molto vicino, in modo da dare loro la possibilità di valutare l’accaduto serenamente. Era un atto dovuto”.

Il consigliere del Popolo della Libertà, coinvolto nella scazzottata sul lungomare ingauno con il giovane Andrew Esposito, cugino del collega di maggioranza e tessera Manuel Barbo, conferma la propria linea: “I falsi perbenisti fanno solo facciata, ma le impalcature dietro sono risicate. Io sono contento di come sono. Poi, chi mi vuole male continuerà a volermene”.

Spiegando le dimissioni da capogruppo e l’autosospensione, Robello De Filippis aveva sottolineato essere state attuate “di mia spontanea volontà, per far sì che, in primissima istanza, gli organi di partito provinciale possano, assunte le informazioni da tutti i presenti e di tutti i testimoni e dei coinvolti in prima persona, ovvero il sottoscritto e il consigliere Manuel Barbo, arrivare a una prima verità limpida, finora rimasta all’oscuro”.

Oggi, nella prima apparizione pubblica dopo il fatto, con il naso segnato dagli effetti della contesa, evidenzia: “Non ci saranno ripercussioni sul Pdl e nemmeno rappresaglie. Si è trattato di un fatto che esula dalla politica” e accenna da un progetto, da rendere noto nei prossimi giorni, “scaturito da quanto è successo”. “Non mi scuso con la cittadinanza, come altri hanno fatto per me, perché prima di giudicare bisogna sapere come si sono svolti i fatti” ribadisce.

Quanto alle polemiche sollevate dal centrosinistra e dal Pd in particolare, anche attraverso un manifesto con la dicitura “Questa è una gabbia di matti”, De Filippis ironizza: “Abbiamo una grande fortuna ad avere una opposizione di questo ‘spessore’. Chissà come erano contenti, tutti riuniti per confezionarlo. Il manifesto del Pd, in effetti, ‘non è male'”.

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