Politica

Savona, la Destra e l’associazione “Ragazzi del Manfrei”: via Paleocapa con manifesti per Giuseppina Ghersi

Savona. Via Paleocapa tappezzata di manifesti in ricordo di Giuseppina Ghersi, la 13enne ritenuta una spia nazifascista, che fu rapita, imprigionata e torturata dai partigiani a Legino. Da oggi fino al 25 aprile prossimo, l’associazione “Ragazzi del Manfrei”, con il sostegno de La Destra, ha comprato gli spazi per 20 manifesti in formato 100×140 che occupano tutte le affissioni della centrale via Paleocapa a Savona: “…Sotto gli occhi del padre venne seviziata insieme alla madre e infine uccisa. A tutti i savonesi il cui ricordo è ancora spietatamente vietato dai gendarmi della memoria rossa. Per la riappacificazione nazionale. La Savona che non dimentica…” si legge nel manifesto.

“Tale iniziativa, condivisa anche per ragioni di carattere organizzativo dai militanti de La Destra di Storace, vuole essere il più possibile rivolta a tutti i nostri concittadini che non hanno mai smesso di ricordare le atrocità del periodo post-insurrezionale savonese senza voler troppo ossequiare deliranti diktat di matrice ideologica che, nostro malgrado, perdurano a quasi tre quarti di secolo dai fatti in oggetto” afferma Pino Monti, presidente dell’associazione “Ragazzi del Manfrei”.
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“I membri dell’associazione de ‘I Ragazzi del Manfrei’ ritengono ingiusto ed alquanto crudele l’accanirsi, da parte di certa memorialistica, su avversari ormai battuti e del tutto scomparsi. Considerano ancor più macabro e assurdo l’osteggiare, sotto ogni profilo, il ricordo di quei civili ingiustamente trucidati dai vincitori, da parte di chi, per sua fortuna, non ha dovuto vivere il peggior momento storico della nostra nazione. Le immani tragedie della seconda guerra mondiale trovano colpevole ciascun fronte contrapposto e rendono moralmente tutti egualmente vinti”.

“Nonostante il tempo trascorso abbia ormai visto scomparire tutti i protagonisti di quella triste pagina della storia, c’è ancora chi vuole gettare fango sugli uni o sugli altri, con accuse bugiarde e costruite su falsità vergognose, quando invece si dovrebbe solo ricordare, rendendo giustizia a chi ha sofferto, da una parte o dall’altra, per difendere i propri ideali, le proprie convinzioni a costo della vita, chi, per questione di onore o di amore per la Patria ha dato tutto se stesso. Si chiede infatti che la visione di quegli episodi assuma la sua vera identità, che quelle accuse trovino finalmente la verità per dare pace a chi ha immolato la propria vita e perché chi è rimasto non abbia a vergognarsi del proprio caro”.

“Chi è stato ingiustamente accusato di nefandezze trovi giustizia, così come il colpevole trovi la giusta collocazione nelle pagine della storia. Per tutti il velo del perdono, ma che ciascuno, vittima o carnefice, possa divenire monito ed insegnamento per i giovani di oggi affinché non si ripetano tali crudeltà, affinché si comprenda la verità. Viene da chiedersi come sia possibile che a Savona si giunga alla negazione di queste verità così palesi e questo al solo fine di propagandare l’attaccamento ideologico ad una fazione”.

“E’ ormai trascorso un anno dalla formazione del nostro ‘Comitato Pro Ghersi’ che raggruppa, oltre alla nostra, una decina di associazioni savonesi. Tale sodalizio è sorto a favore del ricordo con lo scopo, come detto, di dare giustizia e riportare alla verità episodi come quelli della martire Giuseppina Gherzi, vittima di un afferrato assassinio. Non per cercare inutili ed obsolete rivendicazioni ideologiche di un passato ormai lontano. Rendersi conto che i ‘fascisti’ ed i ‘partigiani’ , che scrissero pagine eroiche come anche vergognose della storia d’Italia, non esistono più in questo nuovo millennio. Infatti questo nostro Comitato si ritiene apartitico, e come tale vuole guardare questi episodi di quel triste periodo, con un occhio non offuscato dall’odio di parte”.

“L’unico rappresentante eletto istituzionalmente nell’intero panorama provinciale che ha speso parole a favore del ricordo di Giuseppina, senza peraltro gli venisse chiesto nulla, è stato l’attuale Presidente della Provincia, Angelo Vaccarezza, quando, al contrario, il segretario provinciale del Pd additava come fascista un ragazzo di 18 anni che proponeva alle scuole una traccia di tema che parlasse del caso Ghersi. Per quanto la si osteggi è impossibile uccidere la memoria. La nostra battaglia non avrà fine finché non si darà il giusto riconoscimento che spetta a chi dovrebbe riposare in pace, per sempre” conclude il presidente dell’associazione.

“Abbiamo dato spazio a questa coraggiosa iniziativa dell’Associazione Ragazzi del Manfrei per un senso di pietas. Tale concetto, da non rendersi con l’attuale significato di pietà, sta a designare in modo autentico il sentimento di dovere che dovrebbe animare intrinsecamente la coscienza di ogni uomo civile – afferma Alberto Viola, segretario provinciale La Destra: “Ricordo con amarezza che l’anno scorso Michele Laurelli, giovane rappresentante dell’intero corpo studentesco provinciale e militante di Futuro e Libertà, cercò in ogni modo di dare la possibilità ai ragazzi nelle scuole di fare un temino a scelta sulla figura della Ghersi. Subito si levò l’Anpi e intervenne direttamente il segretario provinciale del Pd Di Tullio tacciandolo d’essere un fascista. A loro non resta che questo. Ma se da un lato possiamo eminentemente fregarcene d’esser additati come fascisti la cosa che ha arrecato più dolore è stato sentirsi dire dagli stessi che in ogni modo cercano di tenere sotto il tappeto questo ed altri fatti da ben 67 anni che la nostra intenzione fosse quella di strumentalizzare questa vicenda. Comunque il tempo della propaganda sta finalmente terminando. Malgrado ogni resistenza un vecchio detto recita: i cani abbaiano ma la carovana passa”.

Per Francesco Gandolfi, segretario regionale Gioventù Italiana (giovani La Destra): “La città della Torretta assomiglia molto all’odierna Cina dal momento che apre mastodontici centri commerciali in Via Stalingrado. Parrebbe essere una contraddizione dei termini ma l’arte dell’ossimoro è da anni una raffinata pratica quotidiana. Il perno dell’amministrazione Berruti sembra essere quello dell’ultra capitalismo economico affiancato alla consueta memorialistica di stampo sovietico. Due anni fa il Comune respinse la richiesta di intitolare alla piccola un qualsiasi spazio pubblico a scelta, l’apposizione di una targa e l’istituzione di una giornata del ricordo. Mi domando con quale titolarità certi signori parlino ogni anno di condanna ai regimi totalitari e difesa della libertà. Un gesto di umanità sarebbe scendere dal loro desco da pedagoghi della rivoluzione e guardare, per una volta, la storia della città che hanno l’onere di rappresentare istituzionalmente”.

“Abbiamo speso di più per produrre e far affiggere questi manifesti rispetto l’intera campagna elettorale che stiamo conducendo su Cairo Montenotte ma ne è valsa sicuramente la pena. Tramite questa iniziativa cerchiamo di riconsegnare a tutti i savonesi il 25 Aprile sottolinea Andrea Finocchiaro, segretario provinciale Gioventù Italiana (giovani la destra): “Ci tengo a sottolineare che lo facciamo con le nostre tasche di privati cittadini perché La Destra non dispone sul territorio di alcun finanziamento milionario come invece accade per chi si ammanta nella nostra città di purezza politica. La festa dell’Unità viene già celebrata ogni estate. Il Pd, grazie al Comune, paga un magazzino interno alle mura del Priamar meno di quanto costi mensilmente la nostra minuscola sede di Via Famagosta. Così ci deliziano annualmente col festival dei rossi dove si ripete la consueta litania della memoria a senso unico”.

Infine per Marco Pelazza, candidato sindaco per La Destra a Cairo Montenotte:“Quella di Giuseppina Ghersi è una storia tremenda. Non è bastato ucciderla vigliaccamente una volta. Chi ne vieta il ricordo elimina automaticamente la memoria facendo ricadere quest’orribile onta sull’intera comunità cittadina. Siccome Savona si volta istituzionalmente dall’altra parte cercherò di dare cittadinanza a questa vicenda nel territorio cairese”.

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