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Messa crismale, il vescovo Lupi nell’omelia: “Non ci siamo fermati di fronte al problema dell’abuso”

Monsignor Vittorio Lupi

Vescovo Lupi: “Camminare in un progetto comune”

Savona. Un richiamo forte a tutta la comunità ecclesiale di Savona: clero, religiosi e laici. Un invito e un progetto concreto: lavorare sempre di più insieme, forti delle capacità di reazione alle difficoltà, difficoltà che pervadono la nostra società e anche la nostra chiesa. Si potrebbero sintetizzare così i passaggi più importanti dell’omelia che il vescovo Vittorio lupi ha pronunciato ieri sera durante la Messa Crismale. In una gremitissima cattedrale, davanti alle varie anime della diocesi, dai movimenti alle confraternite, dai cori ai giovani, e soprattutto davanti al clero della chiesa savonese, monsignor Lupi ha iniziato sottolineando proprio questo “convenire”, non limitandosi agli aspetti esteriori di questa grande comunità cristiana.

“E’ sempre bello e suggestivo – ha detto – ritrovarci in questa Chiesa Madre, in una circostanza così solenne, in cui tutta la Chiesa locale si raccoglie attorno al Vescovo per compiere insieme il gesto più importante che alimenta tutta la sua vita: la celebrazione dell’Eucaristia. E’ bello contemplare la Chiesa nella sua realtà più profonda e autentica, vederne non solo l’aspetto esteriore e caduco, ma la sua realtà di fronte a chi l’ha voluta e amata fino a sacrificarsi per essa. Vederla nella sua freschezza e nelle sue stanchezze, nel suo dono e nelle sue rughe, vedere i preti nella loro storia concreta, nella loro umanità, nei loro limiti e nella bellezza del loro ministero, vedere i religiosi nella loro testimonianza di vita evangelica, vedere i laici nei loro impegni, a contatto con le difficoltà di ogni giorno”.

Quindi, l’invito, affettuoso, ma fermo, che, proprio come un padre, il pastore della chiesa savonese a rivolto a tutti, in primis i presbiteri: “I sacerdoti dovranno vedersi sempre più all’interno di un presbiterio e dentro una sinfonia di ministeri e di iniziative nella parrocchia, nella diocesi e nelle diverse sue articolazioni. Il parroco sarà meno l’uomo del fare e dell’intervento diretto e più l’uomo della comunione e perciò avrà cura di promuovere vocazioni, carismi e ministeri all’interno della comunità. La sua passione saprà far passare i carismi dalla collaborazione alla corresponsabilità, da figure che danno una mano a figure che pensano insieme e camminano dentro un comune progetto pastorale. I religiosi opereranno all’interno delle loro opere educative, di spiritualità, di formazione, di carità, mettendo queste e la loro testimonianza personale a servizio della società vivendo tutto questo pienamente inseriti nella Chiesa. I laici avranno cura di essere in tutti gli ambienti”.

Quindi l’accenno alle difficoltà, quelle della società, già affrontate durante la recente omelia della Festa patronale – il 18 marzo scorso al Santuario – ma anche quelle della chiesa, non dimenticando neppure le più gravi e complesse. Anche qui un appello a continuare a reagire, con forza, come peraltro la chiesa di Savona sta facendo in questi mesi. “La situazione di crisi della società dal punto di vista economico è grave, ma potrà essere superata se tutte le parti della società sapranno restare unite e cercare il bene comune. Abbiamo ampliamente riflettuto su questo argomento durante le Festa patronale di N. S. della Misericordia. Ancora una volta esorto tutti: parrocchie, comunità religiose, movimenti, confraternite, a farci vicini quanto più possibile a coloro che sono maggiormente provati da questa nuova situazione di difficoltà”.

“Anche dal punto di vista ecclesiale incontriamo difficoltà di diverso tipo, ma pur sperimentando l’attacco del male dall’esterno e anche dall’interno, la nostra diocesi non si è ripiegata su se stessa, non si è bloccata a leccarsi le ferite, ha reagito con forza e dignità, non confidando sulle proprie forze, ma nella grazia di Dio. Ne sono prova i numerosi parroci che hanno obbedito con prontezza all’invito del vescovo di svolgere il loro ministero in una nuova parrocchia. Nonostante la fatica di riprendere il loro lavoro pastorale in una nuova comunità, pur con la difficoltà dello spostamento, si trovano ad aver rinnovato e ringiovanito la loro pastorale dovendola adattare ad una nuova realtà, nella quale sicuramente avranno frutti e fecondità, perché inseriti nella Chiesa e nella volontà di Dio.
Ne sono prova i numerosi contatti portati avanti dagli uffici diocesani e dalle vicarie per un lavoro coordinato con le parrocchie, nell’attuazione dello stesso programma pastorale. Un lavoro di servizio alle parrocchie, iniziato da poco, ma portato avanti con determinazione, che, con la buona volontà e l’impegno di tutti e, soprattutto con la grazia del Signore, porterà sicuramente frutti di collaborazione, corresponsabilità e di comunione” ha osservato il vescovo.

“Non ci siamo fermati nemmeno per quanto riguarda il problema dell’abuso, ma c’è stata una reazione positiva alle ferite e sofferenze inflitte alla nostra chiesa. Ne sono prova gli incontri che sono già avvenuti a diversi livelli sulla educazione alla prevenzione di questo deleterio fenomeno, quelli che ancora seguiranno nei prossimi mesi, e il corso destinato a tutti gli educatori su questo tema specifico, che è in programma per il prossimo anno pastorale, cui seguiranno altri incontri nelle parrocchie” ha detto monsignor Lupi.

Infine un ricordo dei sacerdoti che non hanno potuto partecipare, specie per ragioni di salute, e di quelli che sono scomparsi nei mesi scorsi e una menzione particolare per don Michele Farina, missionario a Cuba. In ultimo il vescovo Lupi ha affidato la diocesi e il territorio savonese alla sua patrona: “La Madre di Misericordia, dono immenso di Cristo ci sostenga e ci guidi in questo cammino. Affidiamoci a Lei, sia Lei, in questo tempo irto di difficoltà interne ed esterne alla Chiesa, la consolazione, il sostegno, il calore materno per ognuno di noi. Lei rallegri, consoli, addolcisca i nostri sacrifici e plasmi in noi Gesù”.

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