Economia

I lavoratori del porto incrociano le braccia, Schivo (Cgil): “Attivare lo sviluppo, partendo dal finanziamento della piattaforma”

porto Vado Ligure

Savona. Anche il settore del lavoro portuale alza la voce contro le manovre del governo e gli effetti della crisi. Per lunedì 23 aprile è previsto uno sciopero di ventiquattr’ore. Spiega Claudio Schivo della Filt Cgil di Savona: “I problemi sono quelli che stagnano da tempo e quelli che sono posti ora dalla riforma di ammortizzatori sociali e del mercato del lavoro. Sull’aspetto delle prospettive di crescita chiediamo atti concreti. Siamo stanchi di sentire discorsi sull’articolo 18, quando non si parla di misure di sviluppo, in un momento in cui la crisi sta mordendo e fa chiudere le aziende”.

“In porto a Savona abbiamo aziende storiche, che hanno accompagnato negli ultimi anni la vita portuale come la Reefer, che per un calo di traffici hanno chiesto apertura di procedure di cassa integrazione” sottolinea il sindacalista. Con l’uscita di scena della compagnia marittima Hamburg Süd, che ha deciso di lasciare i moli vadesi per Genova, la Reefer ha chiesto ammortizzatori sociali per decine di operai.

Il 10 aprile è stata formalmente aperta la cassa integrazione alla Reefer Terminal. Già il 6 aprile i delegati sindacali della Culp “P. Rebagliati” avevano proclamato lo stato di agitazione perché il calo dei traffici rende difficile garantire il reddito dei soci e la tenuta della stessa Compagnia, soggetto che, negli anni, ha garantito il funzionamento del porto, facendosi carico dei “rischi” sociali legati ai livelli occupazionali.

“Non sono i licenziamenti il discorso centrale, ma come attivare la crescita – afferma Schivo – Chiediamo che si parta definendo il finanziamento per la piattaforma multipurpose di Vado. Sappiamo che non sarà una soluzione anticiclica rispetto alla crisi, ma potrà dare risposte occupazionali immediate nella fase di realizzazione e poi in prospettiva risposta per chi andrà a lavorare nell’infrastruttura, inserendo Savona in un circuito internazionale, capace di ospitare anche le mega-navi di ultima generazione”.

I lavoratori del comparto incroceranno le braccia per ventiquattr’ore, secondo l’iniziativa convocata dalle segreterie provinciali di Filt, Fit e Uilt. “Uno sciopero in continuità di quello già fatto il primo di marzo con le categorie dell’industria – evidenzia Schivo – Abbiamo ottenuto l’apertura del tavolo romano, ma temo che la tempistica di questo tipo di incontri non sia idonea per intercettare le esigenze dell’economia territoriale e delle aziende. Il calo dei traffici, poi, ha un effetto pesante sulla Compagnia Portuale e sulle dinamiche del sistema”.

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