Albenga. Alessandro Marengo, segretario della sezione intercomunale di Albenga, Alassio e Ceriale dell’Udc, interviene sulla questione del depuratore ingauno.
“Allegria, cari concittadini di Albenga e del comprensorio ingauno! – scrive Marengo – Notizie di fonte regionale, dicono che l’assessora regionale all’Ambiente Renata Briano avrebbe colto l’occasione delle festività pasquali per farci un regalino. Nominerà (se ancora non lo ha fatto) il ragionier Pietro Balestra, ex sindaco di Villanova d’Albenga, commissario della ‘Depuratore Ingauno S.c.a.r.l.’ di cui Balestra è presidente e contemporaneamente direttore generale”.
“All’origine della sorprendente iniziativa – spiega Marengo – ci sarebbe la preoccupazione della giunta regionale per l’avvicinarsi della scadenza del termine che potrebbe far scattare una procedura di infrazione della Comunità Europea a carico della Regione Liguria per la mancata realizzazione del depuratore ingauno, opera per la quale la Regione ha ricevuto un finanziamento di dodici milioni di euro. Se le cose stanno così, c’è da chiedersi con quale logica l’assessora Briano prenda le sue decisioni. E’ evidente che la gestione Balestra non è estranea alla dilatazione dei tempi per la realizzazione del depuratore”.
“Così come non è estranea – prosegue l’esponente dell’Udc – alla scelta di prevedere come sedime del depuratore l’area di proprietà del Comune di Villanova di Albenga che dista ben 7 km dalla linea di costa, dove confluiscono le condotte fognarie dei comuni rivieraschi, da Albenga ad Alassio, da Laigueglia ad Andora, le cui popolazioni, residenti e/o turistiche, costituiscono la stragrande maggioranza di quella che sarà l’utenza del depuratore ingauno”.
“Cosa comporti ciò in termini di moltiplicazione dei costi sia di costruzione, che di gestione dell’impianto, lo capisce chiunque sia dotato di semplice buon senso – sottolinea Marengo -. Poiché questi costi verranno interamente scaricati sui canoni di depurazione, risulta evidente che ci troviamo di fronte ad un gravissimo spreco di denaro pubblico e, per dirla alla Calderoli, ad una vera ‘porcata’ ai danni dei cittadini del comprensorio ingauno, quando diventeranno utenti del depuratore”.
“Quanto sopra – conclude -, ci sembra materia degna dell’attenzione della Corte dei Conti e qualora ne emergesse la necessità, anche della Procura della Repubblica competente”.