Barriere antirumore nel savonese, Forzano (Comitato Casello Albamare): “Progetto sbagliato e antiestetico”

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Savona/Albisola. “Prima di tutto è assurdo spendere soldi per barriere inefficaci”. Anche il presidente del Comitato Albamare Paolo Forzano interviene sull’inefficacia, in alcune zone, delle barriere antirumore, come nel caso di Legino a Savona.

“Anche ad Albissola Marina è avvenuto un fatto analogo: il rumore ha cambiato “tonalità” ed è aumentato come fastidiosità. Ma non finisce qui: è altrettanto assurdo avere barriere che in alcune zone sono efficaci dal punto di vista sonoro, ma creano altri problemi, quali “barriere” alla propagazione della luce naturale, “barriere” alla vista di un paesaggio come quello ligure che spesso è uno spettacolo. Ed allora ci dobbiamo interrogare sulle capacità che hanno questi progettisti, che non sempre risolvono, e che comunque creano altri problemi” aggiunge Forzano.

“Avrete sicuramente percorso l’autostrada Savona-Genova, ed allora avrete notato come per anni non si è fatto nulla né per il vento, né per il rumore, poi recentemente sono state installate barriere per “chilometri” di fattura disgustosa, barriere che hanno trasformato un viaggio in un panorama piacevole, in un viaggio in “un capannone”! Pannelli metallici di color militare, marroncino o verdognolo, per la maggior parte. Il panorama praticamente è sparito in buona parte di questa riviera: tra gallerie e “capannoni” la vista rimasta è poca. Un danno all’ambiente, un danno all’attrattività di una regione. Il “panorama” fa parte delle bellezze che gli abitanti apprezzano, e che i turisti ricercano”.

“Il problema si può porre, così come hanno fatto coloro che hanno realizzato queste barriere, pensando di porre delle barriere metalliche “con un certo grado di fonoassorbenza” per diminuire il rumore. Pessima impostazione del problema. Perchè? Per diversi motivi il primo dei quali è di aver già scelto a priori dei pannelli fonoassorbenti come soluzione, non considerando il loro effetto. Chi conosce un po’ meglio la tecnica sa che i pannelli fonoassorbenti in parte assorbono “frequenze sonore”, ed in parte le riflettono”.

“La riflessione avviene con criteri geometrici, pertanto il posizionamento dei pannelli è molto importante per la riflessione del rumore, e quindi per l’effetto “globale” che i pannelli hanno nell’ambiente. Se i pannelli sono posti in verticale rifletteranno dalle parte opposta buona parte del rumore, con un meccanismo molto simile a quello di uno specchio. Se andate in Costa Azzurra a Cannes hanno realizzato delle barriere antirumore con un materiale che “stranamente” riflette molto il rumore: pareti di vetro. Come funziona? Molto semplice: hanno posto della pareti di vetro inclinate in modo da riflettere il rumore “verso l’alto”, in modo che il rumore venga riflesso verso una zona dove non da fastidio a nessuno” aggiunge il presidente del Comitato Casello Albamare.

“Invece i nostri “progettisti” hanno fatto un primo errore nello scegliere già la soluzione “con un determinato tipo di pannello”. Altro errore è stato il posizionamento dei pannelli e la loro l’efficacia. E’ evidente che le riflessioni vanno a finire dalla “parte opposta” ed hanno una influenza! Ed allora avrebbero dovuto considerare anche la posizione: verticale, inclinata, ecc, ma soprattutto l’efficacia. Da molti anni esistono programmi per computer che aiutano molto in questo lavoro: si inserisce tutto l’ambiente, strade, case, muri, piante, e si ottiene una mappa del rumore ambientale. Dopodiché si inseriscono “le novità” ovvero le barriere antirumore e si “vede” l’effetto che fanno”.

“Bisogna però anche considerare gli aspetti paesistici, ambientali: bisogna progettare affinchè l’ambiente sia più bello, più attraente. Questi aspetti sono stati tenuti in conto? Non direi proprio! Barriere trasparenti, con massima visibilità della natura circostante, con giardini, piante, rispetto dell’ambiente esistente circostante. Sembra fantascienza…” conclude Forzano.

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