Albisola S. Quattordici anni di reclusione. Questa la condanna inflitta a Nicolò Walter Vivado, 37 anni, di Albisola Superiore, in carcere dall’ottobre 2010 per aver ucciso la sua ex convivente, la polacca trentaduenne Kamila Lysadorska. Il pm aveva chiesto per lui 30 anni di galera, ma anche la scelta del rito abbreviato, che prevede uno sconto di un terzo della pena, ha portato a questa decisione.
Il giudice non ha applicato le aggravanti e tra attenuanti e riduzione del rito si è arrivati a 14 anni di reclusione. La condanna prevede anche il pagamento di un risarcimento di 600 mila euro per ciascuno dei due figli della vittima e di 60 mila euro al fratello. Nei giorni scorsi la perizia psichiatrica eseguita dal professor Gianluigi Rocco, consulente tecnico nominato dal giudice Emilio Fois, ha stabilito che Vivado è imputabile, e capace di intendere e volere, e oggi è arrivata la sentenza.
L’omicidio di Kamila è di natura passionale: la donna voleva infatti interrompere la frequentazione con Vivado, lui, invece, continuava a essere innamorato della bionda polacca. Al termine di un’ennesima lite nell’abitazione albissolese della donna, Vivado era andato via per poi ripresentarsi nel cuore della notte, forse anche sotto l’effetto dell’alcol, e accanirsi sulla donna con un grosso coltello da pane. Secondo la perizia del medico legale la donna era morta dopo una lunga agonia per dissanguamento. Vivado le aveva inferto una decina di coltellate.