Cronaca

Tomaso Bruno: ricorso depositato alla Suprema Corte di New Delhi

Tomaso Bruno Elisabetta Boncompagni

Albenga. Piccolo passo, ma importante nell’intricato iter giudiziario che vede coinvolti Tomaso Bruno ed Elisabetta Boncompagni, detenuti da oltre venticinque mesi in un India con l’accusa di aver ucciso il loro compagno di viaggio. “E’ stato depositato il ricorso presso la Supreme Court di New Delhi, con ben tre giorni di anticipo rispetto alla previsione degli avvocati indiani – commenta Marina Maurizio, madre di Tomaso – Ora non ci resta che aspettare. Prima la verifica formale degli atti e poi la calendarizzazione dell’udienza per la discussione in aula tempo previsto da due a tre settimane”.

La macchina diplomatica ha avuto un’ulteriore accelerazione anche grazie all’intervento del sottosegretario De Mistura. Per sensibilizzare il governo italiano sulla vicenda di Bruno e Boncompagni, migliaia di amici dei due carcerati avevano scritto al Ministero degli Esteri. Intanto riprende la vicenda nelle aule di giustizia indiane, con il ricorso contro la condanna all’ergastolo.

“Sarà sicuramente al corrente che questi due cittadini italiani sono detenuti a Varanasi, da più di due anni e, come per i due marò, la situazione non è per niente chiara. Per tanto le chiedo: lo Stato italiano, oltre all’infruttuosa mobilitazione mediatica che ha sollevato per i due militari, ha fatto qualcosa per fare chiarezza sul caso di altri due Italiani detenuti in condizioni penose, caduti nello stesso tranello politico-economico fatto dalle autorità indiane? Noi vogliamo giustizia. Tanto per i marò, quanto per i nostri amici. Non vogliamo che li si giudichi innocenti solo perché nostri amici. Ma esigiamo che vengano loro dati quei diritti che non possono essere negati a nessun essere umano, soprattutto in un Paese che si dichiara democratico” si legge in una delle tante email inviate da Albenga a Roma.

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