Savona. Saranno interrogati probabilmente domani mattina (o al più tardi venerdì), dal giudice per le indagini preliminari, Antonio Sordi, Luca Venturino e Khaled Mohamed El Zaher Helmi, i tre arrestati “eccellenti” di Savona rimasti coinvolti in un’operazione che ha smantellato un giro di droga (soprattutto cocaina, ma anche hashish e marijuana) che avrebbe interessato il basso Piemonte, Savona e Albissola, ma anche Milano e il Torinese.
I tre arrestati sono tutti molto noti in città per le loro rispettive attività: Sordi, 52 anni, è avvocato civilista e penalista con studio legale in via Paleocapa e residenza a Roccavignale; Venturino, 43 anni, di Albissola, imprenditore, è titolare di Liguria Diesel, concessionaria dei veicoli commerciali Iveco, con sede a Savona in corso Tardy e Benech e a Villanova d’ Albenga e la scorsa estate ha gestito anche uno stabilimento balneare a Spotorno; Helmi, egiziano, 54 anni, anche lui residente ad Albissola, è il proprietario di due kebab tra i più grossi in città: quello di corso Ricci a pochi passi dalla chiesa di Santa Rita e quello in via Gramsci.
Il blitz che li ha portati in manette, eseguito dai carabinieri dei reparti operativi di Cuneo, Savona, Imperia, Torino e Milano (coordinato dal colonnello Francesco Laurenti, ex comandante provinciale dell’Arma a Savona e ora alla guida del Comando provinciale di Cuneo) è scattato ieri all’alba, con la notifica di dodici ordinanze di custodia cautelare e decine di perquisizioni. In provincia di Savona le misure hanno riguardato appunto Sordi, Venturino e Helmi che ora si trovano rispettivamente nelle carceri di Marassi, Sant’Agostino di Savona e Sanremo.
Proprio in carcere oggi dovrebbero incontrare i loro difensori per stabilire le linee difensive in vista dell’interrogatorio di garanzia che si dovrà svolgere appunto entro venerdì. L’avvocato Sordi si è affidato ai colleghi Carlo Risso e Paolo Nolasco, Venturino invece ha scelto gli avvocati Francesco Ruffino e Franco Aglietto, mentre la difesa di Helmi sarà curata da Gianfranco Pagano, legale di Genova. Per tutti e tre l’accusa è, a vario titolo, di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
Nello specifico all’avvocato Sordi, gli investigatori contestano di aver fatto da intermediario per la cessione di un chilo di cocaina da parte di Alessandro Bernucci a Stefano Pietraroia (altri due degli arrestati nell’operazione), episodio che sarebbe avvenuto nel giugno di un anno fa a Monza. Luca Venturino, secondo gli inquirenti, sarebbe stato uno dei clienti di Pietraroia, avrebbe acquistato da lui “con frequenza settimanale” cocaina in quantità variabili (tra i 25 e i 50 grammi per volta) che avrebbe poi a sua volta ceduto, in quantitativi di pochi grammi, a una cerchia di amici, fra il marzo e il luglio di un anno fa. Due invece gli episodi di spaccio di cocaina (in quantitativi di 25 e 50 grammi) che risalirebbero alla primavera dello scorso anno quelli contestati all’egiziano Khaled Elmi che avrebbe visto come acquirente Stefano Pietraroia.
Helmi era già rimasto coinvolto, nel 2002, in una vicenda di droga: si trattava dell’operazione “Raiss” della polizia che si era conclusa con l’arresto di tredici persone, il sequestro di quattro chili di stupefacente (metà cocaina, metà eroina). L’egiziano era riuscito a sfuggire alla cattura, ma le tracce che si era lasciato dietro lo avevano tradito ed era stato bloccato su una spiaggia del Mar Rosso e quindi consegnato ai poliziotti. Chiusa quella vicenda, Helmi, sembrava aver cambiato completamente vita, ma ieri invece per lui sono scattate di nuovo le manette.
Gli altri destinatari dalle ordinanze di custodia cautelare sono, tutti “piemontesi, sono invece Stefano Pietraroia, 39 anni, artigiano edile, che per anni ha abitato a Savona, ma da tempo si è trasferito in Piemonte (prima a Ceva e ora a Piozzo in provincia di Cuneo), la convivente Francesca Massa, 34, (tutti e due hanno ottenuto i domiciliari) e ancora Francesco Terlizzi, 61 anni, di Cesano Boscone, Sergio Taverna, 45, residenza anagrafica a Vendone, ma abitante a Torino, Alessandro Bernucci, 36, di Monza, Giacomo Masotina, 36, di Torino, Vincenzo Coluccio, 40, San Mauro Torinese, Fabio Egitto, 39, di Ceva, Massimo Quaterno, 40, residente a Priero, impiegato in una concessionaria d’auto.
Intercettazioni telefoniche e ambientali e oltre un anno di indagini, con una prima svolta, l’arresto nel luglio del 2011 di Stefano Pietraroia quando sotto il tetto della sua casa (allora viveva a Ceva) si scovano 340 grammi di cocaina e un chilo e duecento grammi di hashish, tra le tegole e le tavole di eternit. Ma non è finita. I cani antidroga trovano nel bosco vicino, due chilogrammi di marijuana e cinquecento euro in contanti.