Economia

Ocv, il vertice romano gela le speranze dei lavoratori: chiusura a giugno. Azienda disponibile a vendere

Vado Ligure. Le speranze di una svolta dell’ultima ora si sono infrante oggi al Ministero dello Sviluppo Economico, dove l’Ocv ha confermato la prospettiva di chiudere dal primo giugno la produzione nel sito vadese.

La dirigenza della multinazionale ha ribadito che le ragioni della decisione radicale sarebbero da ricercarsi in tre aspetti: il problema del mercato internazionale, la mancanza di competitività dello stabilimento di Vado rispetto alle necessità energetiche (da qui il trasloco in Francia), il processo già avviato di riorganizzazione dell’asset aziendale.

Al tavolo romano hanno partecipato sindacati e rappresentanti del Governo, della Regione e della Provincia. Le isituzioni insieme alle organizzazioni di tutela dei lavoratori hanno manifestato forte contrarietà alla decisione dell’azienda, non solo per la perdita di un sito produttivo di qualità, ma per la grave emergenza occupazionale che sta schiacciando il Savonese.

Già per mercoledì 7 marzo è stato fissato un incontro all’Unione Industriali di Savona per definire il percorso degli ammortizzatori sociali. Ulteriore doccia fredda, quindi, stamane per le decine di dipendenti della Owens Corning (giunti nella capitale con due bus) che hanno atteso l’esito del vertice all’uscita del Ministero. Per lunedì è programmata la seduta straordinaria del consiglio provinciale che avrà come unico punto all’ordine del giorno la crisi aziendale e occupazionale che ha colpito il territorio.

C’è però una novità, rispetto a quanto emerso nei giorni scorsi: la multinazionale si è detta disponibile a trattare per la vendita del sito produttivo e si è, quindi, detta aperta alle offerte di acquisizione dello stabilimento. Il sito che ora è specializzato nella produzione di filati di vetro per il rinforzo dei materiali plastici, insomma, si avvia verso una nuova conversione.

“Siamo ovviamente molto delusi anche se eravamo preparati ad una decisione del genere” è il commento amaro di Fulvio Berruti della Cgil. “Difficilmente l’azienda sarebbe tornata indietro – aggiunge – L’unico aspetto positivo è che il Ministero ha recipito il grave problema dell’Ocv così come quello della situazione complessiva savonese. I messaggi lanciati ieri nello sciopero di ieri sono arrivati a Roma. Il Ministero convocherà un tavolo di approfondimento, per eventuali soluzioni industriali future, e anche per valorizzare il vecchio accordo sull’energia con Tirreno Power”.

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