Il Comune di Magliolo vuole costruire nell’area del SIC del Monte Carmo, i residenti insorgono: “Sarebbe infrazione norme comunitarie”

Magliolo. Colate di cemento all’interno del sito di interesse comunitario del Monte Carmo-Monte Settepani? No grazie. A dirlo sono alcuni residenti e proprietari terrieri della zona che sono pronti ad alzare la voce con il Comune di Magliolo che ha previsto nel Puc di realizzare in questa area una struttura turistico ricettiva e una villa ogni 2000 metri quadrati di terreno.

L’idea proprio non va giù ai residenti di questo angolo di natura quasi selvaggia che si estende per settemila ettari tra Monte Carmo e Monte Settepani, sfiorando a nord anche il territorio di Calizzano: gli interessati stanno già formando un comitato per opporsi al Piano Urbanistico e convincere l’amministrazione comunale di Magliolo a fare marcia indietro.

“Questo sito è stato istituito a seguito della direttiva comunitaria 43 del 1992 che difende tutti gli habitat di interesse prioritario necessari anche per la sopravivenze di animali e vegetali in via di estinzione, tra cui ad esempio, nel nostro caso, l’aquila. Qui vogliono fare una zona di espansione residenziale, una zona turistico-residenziale quindi realizzare nuove costruzioni non rispettando quelli che sono i divieti e le limitazioni imposte dal SIC, quindi portando l’Italia ad un’infrazione delle norme comunitarie” spiega uno dei residenti della zona.

“Il Comune secondo noi deve ritirare questo progetto preliminare, perlomeno relativamente alle aree che sono all’interno del sito di interesse comunitario che devono restare ‘zona agricola’ e non zona di espansione residenziale” aggiungono i propritari della zona che precisano: “Qui non c’è bisogno di strutture ad uso turistico perché ci sono già: c’è l’albergo ‘La Baita’, c’è il rifugio Pian dei Corsi con 30 posti letto, c’è un’altra struttura di proprietà del Comune più a valle che ancora non è utilizzata e che quindi può servire come punto di ritrovo per i turisti”.

I residenti della zona si sono già mossi nelle sedi competenti inviando una serie di osservazioni al Progetto Preliminare di Piano Urbanistico Comunale (PUC), adottato il 25.01.2012 dal Comune di Magliolo. Nel documento (inviato a Comune, Regione e Provincia) si legge: “L’approvazione del progetto preliminare di PUC così come presentato comporta una violazione alle direttive comunitarie citate e pertanto implica un’infrazione comunitaria con le conseguenze penali e civili dei relativi responsabili e anche economiche indistintamente per tutti i cittadini italiani costretti a risarcire all’ Unione Europea anche la semplice approvazione senza la realizzazione di quanto previsto”.

“Le aree a prospettata destinazione residenziale e turistico-ricettiva R-tu 2 Melogno e di completamento residenziale Rcm4 e Rcm5 tutti e tre equivalenti a zona C ex DM 02/04/1968 sono inoltre soggette a vincolo paesaggistico sulla base del combinato disposto della L.1497/39 e Decreto n°143 del 24/4/1985 ‘complesso paesistico del Melogno e della dorsale alpino appenninica nel savonese caratterizzata da sentieri antichi e da splendide cornici vegetali’. Il paesaggio è dominato da foreste, rocche, versanti rupestri e praterie di quota che originano un paesaggio altamente scenografico. Di notevole interesse storico architettonico sono anche le fortificazioni del XIX secolo, Forti Merizzo, Tortagna, intorno al valico del Melogno dove si trova il Forte Centrale e da cui vi sono appena 50 metri di distanza dalle aree individuate per lo sfruttamento edificatorio”.

“Il Colle del Melogno è attraversato dall’Alta Via dei Monti Liguri che dalla normativa vigente (Legge Regionale n. 5/93 e ss.mod.int.) è equiparato a tutti gli effetti a un parco naturale che comprende il percorso dell’Alta Via e i terreni adiacenti e vieta tutti gli interventi che ricadano ai margini dell’Alta Via che alterino la flora, la fauna o anche il suolo”.

I residenti, pur ribadendo con fermezza l’opposizione a nuove edificazioni, si dicono comunque favorevoli al recupero di alcune strutture già presenti nell’area: “La destinazione urbanistica scelta prevede invece negativamente la possibilità di realizzare cospicue nuove volumetrie in aggiunta ai ruderi che meritano di essere recuperati ma solamente entro le tipologie e dimensioni originarie senza incrementi, considerate le loro già grosse dimensioni che consentirebbero già, se recuperati, usi anche diversi da quello residenziale. Le nuove volumetrie oltre all’ampliamento smisurato dei fabbricati esistenti comportano una cementificazione delle ultime praterie rimaste anche per la creazione dei necessari relativi parcheggi”.

“Non c’è bisogno quindi – conclude uno dei residenti della zona – di creare nuovo cemento e distruggere gli ambienti che invece devono essere di relax e di divertimento e non di cementificazione”.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.