Andora. Il perfetto truffatore è educato, complimentoso, apparentemente discreto, e mette a proprio agio la vittima designata con discorsi generici sul tempo, su quanto è bella la casa del malcapitato, che sarà continuamente oggetto di lusinghe nemmeno troppo velate. Ci sono frasi precise da dire, gesti studiati da fare, nulla è lasciato al caso.
Basta consultare il vademecum che Ivan Cesario, 26enne originario di Cosenza, portava sempre con sé e di cui faceva tesoro con l’intento di circuire i clienti di una società specializzata nella vendita e nella stima di opere d’arte.
Con la sua finta gentilezza, l’uomo – insieme ad alcuni complici ancora da individuare – prendeva di mira soggetti deboli e dava vita al suo teatrino. Nessuno scrupolo, infatti, verso un disabile di Andora, vittima dei raggiri della banda dal 2007 e derubato di 20 mila euro.
L’ultimo “colpo” il 7 marzo scorso, con il tentativo di mettere in atto una doppia truffa: il mattino a Genova, quando ha fatto sottoscrivere ad un 71enne un contratto per non meglio precisati servizi con l’omaggio di un’opera d’arte di un maestro italiano per un pagamento pari a 18 mila euro, soldi che sarebbero stati riscossi in serata tramite assegno; il pomeriggio, ad Andora dal “solito” disabile, dal quale si è presentato come facente parte di un’associazione che tutela le vittime delle truffe per offrirgli il suo aiuto.
Dopo una stima a dir poco approssimativa delle opere d’arte che la stessa banda gli aveva venduto, ha chiesto al malcapitato ulteriori pagamenti: ha fatto credere all’uomo che, con la stima/perizia da parte di “esperti dalle qualità riconosciute a livello di comunità europea”, avrebbe fatto aumentare il valore delle serigrafie acquistate precedentemente e, il tutto, al “vantaggioso” prezzo di 1.300 euro per ciascuna delle sue due serigrafie. Inoltre, per il complessivo e “modesto” importo di euro 5.000, gli sarebbe stata venduta anche una ulteriore opera di importante maestro italiano.
La sua spudoratezza è stata però finalmente punita: il disabile, insieme a un consulente, si era già presentato tempo prima dai carabinieri di Andora mettendoli sull’avviso. Di qui, l’appostamento, la registrazione della truffa grazie alle telecamere installate dai militari dell’Arma, e l’arresto per truffa aggravata e circonvenzione d’incapace.
“Cesario truffava i deboli e riusciva a vendere veri e proprie tarocchi spacciandoli per autentici a cifre non inferiori ai 5000 euro – dice il luogotenente Giorgio Santopoli, comandante della stazione dei carabinieri di Andora – L’indagine è stata avviata a fine 2010 con la denuncia da parte del truffato andorese, vittima di sedicenti mercanti d’arte che, negli anni, gli avevano fatto acquistare quadri e serigrafie per 20 mila euro. La vittima ci ha informato dell’arrivo dei ‘furbetti’ che si sono presentati come facenti parte di un’associazione per la tutela delle vittime di raggiri con l’intenzione di verificare se i quadri che il disabile aveva in casa fossero veri. Ma questa volta gli è andata male. Lo stesso dicasi per l’episodio genovese: dalle perquisizioni svolte, abbiamo trovato il contratto sottoscritto dal 71enne genovese che abbiamo così avvisato evitandogli la fregatura”.
“Nelle tasche di Cesario, abbiamo trovato un vero e proprio vademecum del perfetto truffatore con frasi precise da dire, numerate e ben studiate. Un elenco di comportamenti seducenti che i componenti della banda si passavano l’un l’altro”, spiega il maggiore Samuele Sighinolfi, comandante della Compagnia di Alassio.
I carabinieri pensano che siano molte di più le persone prese in giro da questa banda. Di qui l’appello a farsi avanti. Intanto le indagini proseguono per individuare i complici del 26enne.