Lettera al direttore

Sentenza Tar su Italiana Coke: riflessioni di Are Vallebormida

In merito alla vicenda Italiana Coke credo sia necessario fare chiarezza, al fine di evitare che interpretazioni non corrette dei fatti trasformino le vittime in colpevoli e viceversa. Espongo sinteticamente la cronologia dei fatti:

Nel periodo giugno – ottobre 2009, l’assessore all’ambiente del Comune di Cairo Montenotte Ermanno Goso si era fatto portavoce, durante la fase istruttoria dell’AIA (Autorizzazione Ambientale Integrata) per l’Italiana Coke, delle istanze che da anni venivano reclamate dai cittadini e dalle associazioni ambientaliste, in particolare chiedeva di dotare le ciminiere dell’Italiana Coke di controlli in continuo ai camini e di vietare l’infornamento delle melme.

Le richieste dell’assessore all’ambiente avevano provocato uno duro scontro con un parte dell’amministrazione Cairese, in particolare con l’allora assessore all’industria Franco Caruso, il quale non era d’accordo con tali istanze, così come non lo erano l’Italiana Coke e l’allora assessore provinciale Paolo Marson.

Nel dicembre 2009 il Comune di Cairo, tramite un documento a firma del sindaco Fulvio Briano, rinunciava alla richiesta precedentemente formulata di richiedere il controllo in continuo ai camini, sbloccando di fatto l’iter dell’autorizzazione che, nello stesso mese, veniva formalmente approvata.

A seguito dell’approvazione dell’AIA le associazioni ambientaliste decidevano di dare inizio ad una serie di iniziative contro tale documento, che ritenevano non rispettoso dell’ambiente e della salute dei cittadini;in particolare veniva presentato formale ricorso al TAR. Si organizzarono due assemblee pubbliche e si raccolsero circa 1200 firme di cittadini cairesi, per chiedere al sindaco di Cairo interventi urgenti nei confronti dell’Italiana Coke, viste le continue fumate nere dai camini dello stabilimento.

Parallelamente alle iniziative delle associazioni ambientaliste iniziarono i sopralluoghi e le Indagini della Procura della Repubblica di Savona, ancora in corso, che hanno portato al sequestro del depuratore dei reflui, di una parte del Parco 3 dove sono stoccate le melme ed al rilievo di alcune gravi irregolarità, in particolare la presenza di reti di smaltimento delle acque non dichiarate nei documenti presentati dall’azienda durante l’iter autorizzativo dell’AIA.

Solamente a seguito delle iniziative dei cittadini e della Procura della Repubblica la Regione Liguria, l’ARPAL, l’ASL ed il Comune di Cairo Montenotte si sono attivati, recependo le istanze delle associazioni ambientaliste e producendo documentazione formale, nella quale si sostengono e condividono le osservazioni poste alla base del ricorso presentato al TAR; tali atti hanno determinato, a soli due anni dalla sua approvazione, la riapertura da parte della Provincia di Savona della procedura di Autorizzazione Ambientale Integrata.

Le recenti affermazioni del Sindaco di Cairo Montenotte, secondo le quali le associazioni ambientaliste avrebbero commesso un errore nell’intraprendere la via Giudiziaria del ricorso al Tar, non fidandosi dell’operato dell’amministrazione che si è sempre dimostrata equidistante tra cittadini ed azienda, sono una palese mistificazione degli avvenimenti; infatti, senza l’azione delle associazioni ambientaliste e l’intervento della Procura della Repubblica, stimolata dalle rimostranze dei residenti, ci si sarebbe fermati al documento del Sindaco, nel quale si rinunciava di fatto al controllo in continuo ai camini, con soli vantaggi per l’azienda.

Capisco che siamo alle porte della campagna elettorale, e quindi ogni occasione è buona per aumentare la base dei consensi, ma credo sia necessario dire le cose come stanno, al fine di non confondere le idee ai cittadini.

Per quanto riguarda il ricorso al Tar contro l?Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata all’Italiana Coke siamo amareggiati dal suo esito, tuttavia riteniamo che il contesto reale della situazione ambientale e sanitaria della Valle Bormida, che ogni giorno possiamo verificare direttamente, ci dia ragione nel sostenere le nostre richieste, per questo motivo il nostro impegno continuerà con ancora maggior forza e determinazione.

Giuseppe Boveri – Are Vallebormida

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