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Posto fisso monotono? L’urlo indignato dei precari “risuona” su Twitter. Giovani Cgil Liguria: “Immorale”

twitter contro Monti

Liguria. Posto fisso monotono? Andatelo un po’ a dire a chi tira a campare tra un contratto senza garanzie e l’altro. L’urlo di protesta contro le dichiarazioni del premier Monti non tarda a farsi sentire, anche dallo spazio virtuale di Twitter.

Sono tre gli hashtag (parole chiave che nei tweet definiscono l’argomento di discussione) dedicati a questa vicenda: oltre a ‘#monti’, infatti, c’è spazio anche per ‘#postofisso’ e ‘#monotonia’. Alessandro scrive: “caro Monti, vallo a spiegare alle banche che il posto fisso è una monotonia e quindi i prestiti e i mutui li danno solo a chi è monotono”. Come spesso accade, è l’ironia a prevalere nei commenti, malcelando una certa indignazione. Scrive Cristina: “Posto fisso monotono? A casa sul divano invece e’ tutta un’avventura!”, le fa eco Daniela: “il posto fisso e’ monotono ma il mutuo variabile e’ veramente eccitante”. “Ma perché parlano sempre di #postofisso tutti coloro che ce l’hanno?” si chiede Umberto.

Le critiche alla battuta del premier non arrivano solo dal web: “In un contesto come quello attuale – dice Elena Bruzzese, responsabile per le Politiche giovanili della Cgil – dove il 31% dei giovani non ha un lavoro, affermazioni come quelle del presidente Monti sono sono solo irrealistiche ma immorali”. E a proposito della riforma dell’articolo 18 Bruzzese afferma: “Le critiche che vengono fatte all’articolo 18 riguardano il fatto che la maggior parte dei giovani non ce l’ha. Ma la soluzione non è togliere diritti acquisiti perché l’intenzione è togliere senza dare nessuna garanzia in cambio. Anziché occuparsi dell’alrticolo 18, il Governo dovrebbe contrastare la precarietà riducendo le tipologie contrattuali, facendo costare di più e pagando di più il lavoro discontinuo e garantendo a tutti la continuità di reddito nei periodi di disoccupazione”.

I dati presentati questa mattina dall’assessore al Lavoro Enrico Vesco confermano le preoccupazioni sindacali: dal 2010 i contratti a tempo indeterminato sono passati da 30% a 22%. A soffrire di più sono le donne, i giovani, fino a 34 anni ancora in cerca di lavoro, e la fase avanzata, gli over 50 in cassa o mobilità e che anche grazie le nuove modifiche in materia di previdenza, allungano i tempi sia nel trovare lavoro sia nell’accesso alla pensione.

“Quella di Monti – dice la consigliera regionale Maruska Piredda – è senz’altro una provocazione ma in questo momento storico un’affermazione del genere non ha alcun senso. I dati Istat dicono che i contratti a tempo indeterminato diminuiscono di 8 punti percentuali e il lavoro, fisso o non fisso, proprio non c’è”.

Un altro dato allarmante, secondo Piredda, riguarda chi il lavoro non lo cerca neppure più: ” In base a un’indagine pubblicata sul Sole 24 Ore l’Italia ha la percentuale più alta in Europa di giovani che non studiano e non cercano un’occupazione. Prima risolviamo questi problemi, e poi potremo occuparci del fatto che il posto fisso possa anche essere monotono”.

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