34° Giornata per la Vita, Perrone (Cav-i): “Aiutiamo le donne a partorire”

primule

Albenga. Saranno 15 mila le primule che verranno distribuite, domani, nelle Parrocchie della Diocesi di Albenga-Imperia, in occasione della 34° Giornata per la Vita, con il titolo “Giovani aperti alla vita”. I volontari del Centro Aiuto Vita-ingauno, promotori dell’iniziativa, hanno scelto questa pianta per difendere il diritto alla vita, proprio perché la primula simboleggia l’amicizia nascente, è multicolorata, fiorisce annunciando l’arrivo della bella stagione e rappresenta un piccolo segno di gioia e speranza.

“Con una primula si può salvare una vita! Ecco perchè primule nelle tante Chiese che accolgono la nostra proposta. I credenti non possono dimenticare le ragioni della Giornata della Vita, voluta dai Vescovi italiani all´indomani dell´approvazione della legge sull´aborto, per testimoniare che la Chiesa non si arrende davanti alle offese recate alla vita umana. Nel terzo millennio, quando la scienza oramai ha dimostrato in tutti i modi l’esistenza di vita umana già nel momento del concepimento, se lo Stato ancora fa difficoltà a riconoscere la tutela sociale della maternità, noi almeno non possiamo più fingere o girarci dall’altra parte, davanti al diritto di chi, ancora debole, è già un essere umano vivente e talvolta diventa materiale di stoccaggio nei rifiuti ospedalieri”. Lo dichiara Ginetta Perrone, Presidente del centro Aiuto Vita ingauno che aggiunge: “Una mamma in difficoltà, indecisa e in crisi con un bimbo non ancora nato, deve sapere che non è sola, che c´è qualcuno nella società pronto a dare aiuto materiale e sostegno psicologico per accogliere un figlio. In questi anni la distribuzione delle primule ci ha permesso di promuovere il Centro Aiuto Vita ingauno, aiutando tanti bambini, ben 215 nell’anno 2011, a venire al mondo. La giornata per la Vita di quest´anno è dedicata ai giovani, come dice il messaggio dei Vescovi in questa occasione: “La vera giovinezza risiede e fiorisce in chi non si chiude alla vita. Essa è testimoniata da chi non rifiuta il suo dono – a volte misterioso e delicato – e da chi si dispone a esserne servitore e non padrone in se stesso e negli altri”.

“Apriamoci alla tutela della vita nascente, perchè sempre più donne decidano di accogliere il “dono” di un figlio, anche quando inaspettato, anche in un momento difficile. Nessuna donna, con il certificato di aborto in mano, dopo essere stata seguita dal C.A.V-i, ha mai detto di essersi pentita per aver dato vita al proprio bimbo. Il non sentirsi sola è la molla che ha spinto molte donne a volere a tutti i costi quel figlio e ad esserne felici. Aiutateci ad aiutare”. Conclude Ginetta Perrone.

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