Cronaca

Qualità della vita, la provincia di Savona in caduta libera: tra le peggiori anche in “criminalità” e “salute”

Comune - palazzo sisto piazza

Savona. E’ una debacle in tutti i sensi, un crollo a picco se si considerano i vari indicatori statistici. La provincia di Savona perde terreno tra tutti gli indicatori della qualità della vita esaminati nel rapporto di ItaliaOggi e Università La Sapienza. Avevamo anticipato la deludente performance generale già il primo gennaio: il Savonese da un anno all’altro è crollato al posto numero 78 della classifica, nella fascia bassa su un totale di 103 realtà geografiche. In questo modo ha perso ben 23 posizioni, essendo stato, per il 2010, al 55esimo piazzamento.

Il fatto eclatante è che anche le voci specifiche e sottodimensioni analizzate nell’inchiesta vedono una recessione della realtà savonese. Caduta verso il basso per il settore “Affari e lavori” che vede slittare il nostro ambito provinciale dal 15esimo posto del 2010 al 34esimo. Anche questo indice di un brusco arretramento, ma nella media delle province italiane in piena tempesta economica. Bisogna sottolineare che il piazzamento include ancora il territorio savonese tra quelli dove la situazione è definita “accettabile” dal punto di vista lavorativo.

C’è poi la classifica “Ambiente”, dove il Savonese figura al 35esimo posto. Anche in questo caso, rispetto all’indagine dell’anno precedente, un passo indietro: nel 2010 era al 23esimo. C’è però un fatto che compromette la bontà dei dati: spesso gli amministratori locali non comunicano i dati statistici per la compilazione dell’Ecosistema Urbano di Legambiente, al quale l’inchiesta di ItaliaOggi fa riferimento.

Notevole la posizione di coda nella classifica della “Criminalità”: la provincia di Savona è al 97esimo posto, perdendo 8 posizioni “virtuose” rispetto al 2010. Si trova per il 2011 tra Torino e Firenze e persino sotto Genova, che è al 92esimo posto: soltanto cinque scalini la separano dall’assoluta maglia nera.

Se il piazzamento al 31esimo gradino nel “Tempo libero” (27esimo nel 2010) è “accettabile”, è invece definito “scarso” il risultato nella classifica del “Tenore di vita”: Savona e provincia sono al 57esimo posto, con una perdita di quota di 10 posizioni rispetto all’inchiesta precedente.

Non va bene neppure la lista dedicata al “Sistema salute”: la provincia savonese si trova al posto numero 98, nel gruppo delle province considerate “insufficienti” nell’erogazione di attività sanitarie e assistenziali.

Il quadro che ne è emerge ha tinte molto grigie, senza considerare che nel passaggio dal 2009 al 2010 il Savonese aveva già perso 27 posizioni. Il rapporto di ItaliaOggi è uno strumento di monitoraggio della qualità della vita che impiega una metodologia rinnovata rispetto al passato, con un’architettura caratterizzata da nove dimensioni d’analisi – affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero e tenore di vita – 17 sottodimensioni e 93 indicatori di base.

Nell’inchiesta si conferma Trento, seguita da Bolzano, la città in cui si vive meglio in Italia. Nel resto del Paese si assiste, secondo il rapporto, ad un peggioramento generalizzato: diminuiscono infatti a 45 (erano 55 lo scorso anno) le province nelle quali si vive in modo buono o accettabile, mentre salgono a 58 (contro le 48 del 2010) le province in cui la qualità della vita risulta scarsa o insufficiente. Con una ulteriore caduta dell’Italia meridionale e insulare.

“A conferma di ciò – scrive ItaliaOggi – l’ultimo posto di Trapani (terz’ultima nella precedente indagine) e il penultimo di Napoli (ultima nelle precedenti due edizioni del rapporto)”. I grandi centri urbani “reggono il colpo” e si concentrano a metà classifica: Roma, in particolare, si piazza al 51esimo posto (dal 57esimo), Milano sale al 46esimo (era 49esimo), Torino passa al 47esimo (dal 51esimo). In controtendenza Bologna, che scende dal 21esimo al 40esimo posto e Firenze (dal 31esimo al 42esimo).

Nel 2011 le aree in cui si vive meglio sono rappresentative dell’arco alpino centrale e orientale, della Pianura Padana e dell’Appennino tosco-emiliano, con ramificazioni verso Toscana e Marche. Al contrario, nelle macroaree caratterizzate da una qualità della vita scarsa o insufficiente, ci sono le 36 province del Mezzogiorno, una provincia dell’Italia centrale, 9 province del Nordovest e 3 del Nordest. Si assiste dunque a “un peggioramento a Nordovest che porta a dividere l’Italia non più solo tra Nord e Sud, ma anche tra Nordest e Nordovest”.

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