Cronaca

Processo per operaio che morì folgorato a Urbe: in aula sentiti gli imputati

tribunale Savona

Urbe. Nuova udienza questa mattina del processo per la morte di un operaio, Abdelhak Gaou, marocchino di 47 anni, che era rimasto vittima di un tragico incidente sul lavoro nell’ottobre 2006 a Urbe. L’uomo era rimasto folgorato mentre stava effettuando un intervento ad una centralina elettrica dell’Enel.

A giudizio ci sono cinque persone: tre consiglieri della ditta Fratelli Basso di Alba (della quale era dipendente l’operaio), Marco Fenoglio, Roberto e Alfredo Lazzarino, il dirigente Roberto Milani e un funzionario Enel, Luigi Traverso. Per tutti l’accusa è di omicidio colposo.

Questa mattina sono stati ascoltati in aula proprio gli imputati. Nelle loro testimonianze hanno riferito che era stato fatto un sopralluogo prima di organizzare l’intervento e che non erano state registrate anomalie. Prima di procedere con il lavoro alla centralina inoltre erano state eseguite delle misurazioni e il palo non risultava essere in tensione.

Nelle scorse udienze erano stati ascoltati invece come testimoni alcuni consulenti dell’azienda che avevano riferito sugli aspetti tecnici dell’intervento in corso quel giorno a Urbe. Gli elementi controversi sono due: capire perché il lampione sul quale la vittima stava lavorando era rimasto sotto tensione, e valutare se comunque le condizioni di lavoro e di sicurezza erano state rispettate.

Sul primo punto una delle testimonianze aveva sollevato qualche dubbio: in un vicino cantiere c’erano stati interventi alla linea elettrica che potrebbero aver alterato la possibilità di staccare completamente la corrente, all’insaputa di chi stava lavorando. Sul secondo, all’epoca si erano registrate voci critiche tra i colleghi dell’operaio. L’uomo, infatti, era al lavoro da solo, mentre le norme prevedono squadre con piu’ addetti proprio per poter intervenire in caso d’emergenza. Il processo, terminate le audizioni, è stato rinviato al prossimo 5 aprile per la discussione.

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