Blocco tir, Trasportounito contro la macchina del fango: “Siamo noi a chiedere legalità”

blocco tir albenga

Gli autotrasportatori di Trasportounito, che hanno aderito in tutta Italia (affiancati in questo anche dagli autotrasportatori aderenti ad altre associazioni che condividevano la piattaforma rivendicativa e le modalità della protesta), sono stati puntualmente tacciati da alcuni organi di stampa di infiltrazioni mafiose e di parentele con la malavita organizzata e la camorra. I vertici di Trasportounito non possono che esprimere amarezza e disgusto rispetto alla macchina del fango che puntualmente si attiva quando a scendere in campo sono organizzazioni non allineate e motivate solo dalla consapevolezza di dover difendere una categoria altrimenti destinata al collasso.

Trasportounito è un associazione giovane, che non risponde alle logiche politiche delle confederazioni sindacali o categoriali, e che per questo ha il coraggio di affrontare in campo aperto poteri forti come quelli della committenza, che strangola gli autotrasportatori con tariffe neppure lontanamente comparabili con i costi di esercizio.

“Ciò che stupisce, nel leggere le accuse di mafia e camorra – afferma Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito – è che la nostra piattaforma rivendicativa invoca l’esatto contrario di ciò che è interesse malavitoso. Abbiamo chiesto il ripristino della legalità sulle strade italiane, dove chi viaggia sotto costo lo fa spesso violando la legge; abbiamo chiesto regole certe per evitare forme di sfruttamento che incidono sulla sicurezza di chiunque viaggi su queste strade; abbiamo chiesto controlli più severi dalle forze dell’ordine. E infine abbiamo chiesto allo Stato di tenersi i suoi aiuti e i suoi soldi e di aiutarci, con regole chiare e non aggirabili, a lavorare in un mercato sano, nell’interesse dell’intera economia nazionale. Ma evidentemente chi semina accuse infamanti non ha tempo neppure di leggere”.

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