Cronaca

Savona, traffico di anabolizzanti: Natale Gagliano patteggia 22 mesi di reclusione

Savona. Natale Gagliano ha patteggiato. Nessuna sorpresa quindi nella vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto il sessantenne savonese arrestato, insieme al figlio, nell’ambito di un’inchiesta dei Nas, l’operazione “Health Hazard”, grazie alla quale era stato stroncato un vasto giro di anabolizzanti a Savona. La soluzione del patteggiamento infatti era già stata concordata nei mesi scorsi tra il pm Giovanni Battista Ferro e il difensore di Gagliano, l’avvocato Bruno Fabio Celentano. Questa mattina, davanti al giudice Emilio Fois, è stato così definito il patteggiamento ad un anno e dieci mesi di reclusione con la sospensione condizionale della pena.

Già dal 21 ottobre scorso, Natale Gagliano era tornato in libertà perché il gip, proprio visto l’accordo tra il pm ed il suo legale, gli aveva concesso la revoca della misura degli arresti domiciliari. Nel frattempo l’avvocato Celentano ha presentato una memoria difensiva per la moglie di Gagliano, Silvia Ravera, che era stata indagata a piede libero nell’ambito dell’inchiesta dei Nas. La donna di recente era stata sentita dal gip Fiorenza Giorgi ed aveva negato gli addebiti, spiegando di essere estranea all’attività del figlio e del marito. Per questo il legale chiederà l’archiviazione della posizione della sua assistita. Una richiesta che dovrebbe essere appoggiata anche dal pubblico ministero. Salvo sorprese, quindi, la posizione della donna dovrebbe essere stralciata.

Resta invece da definire, almeno per ora, la strategia difensiva del figlio della coppia, Andrea, 35 anni, che si trova ancora in carcere a Genova: “Prima ci siamo occupati della posizione dei genitori. Una volta definita la loro situazione inizieremo a pensare a come procedere per lui” aveva spiegato l’avvocato Celentano. Il legale ha comunque presentato un appello al tribunale del Riesame di Genova per opporsi alla decisione del gip Fiorenza Giorgi che non ha respinto la richiesta di arresti domiciliari per l’indagato.

Gagliano era finito in manette ai primi di luglio insieme alla moglie (subito scarcerata) ed il figlio Andrea, 35 anni, (tuttora in carcere a Genova). Era stato lui ammettere di avere in alcune occasioni ritirato pacchi per conto del figlio e di aver fatto un paio di consegne di merce ad alcuni clienti. Sempre lui aveva anche scagionato la moglie (“Lei non sapeva nulla”). Silvia Ravera era co-intestataria di un conto con il marito dal quale sono partiti pagamenti per gli anabolizzanti, ma questa non sarebbe, almeno per la difesa, una prova sufficiente a dimostrare il suo coinvolgimento.

Le accuse per gli indagati erano di traffico di sostanze stupefacenti, commercializzazione di anabolizzanti e medicinali scaduti ed imperfetti. Secondo gli inquirenti dietro alla gestione del negozio “Liguria Fitness”, in via IV Novembre a Savona, che vendeva prodotti per “palestrati”, veniva portato avanti anche il traffico di sostanze proibite. L’attività commerciale nel frattempo ha comunque ripreso la sua regolare attività.

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