Sanità regionale, l’anno chiude a -146 milioni. Burlando: “Recuperemo dalla cartolarizzazione”

Burlando Montaldo

Regione. “I conti sulla sanità sono sempre gli stessi, cambiano gli addendi ma la somma è uguale”. Così il governatore regionale Claudio Burlando replica al consigliere Luigi Morgillo del Pdl, nell’ultimo giorno della sessione sul bilancio. Morgillo aveva contestato che “i conti economici non mostrano affatto il risparmio affermato dal presidente”.

Il 2011 chiude in passivo: meno 146 milioni. 100 milioni è la perdita in termini di quota pesata degli anziani. Sono i 100 milioni che l’esecutivo pensa di realizzare con cartolarizzazione.

Osserva Burlando: “Sono sempre 100 milioni che sono venuti a mancare, se togliamo la quota di fiscalità che applichiamo e se consideriamo tutte le voci. Morgillo ha parlato dei dati del sistema, i miei riguardano il contenimento della spesa per le singole realtà. Sono cresciuti i costi di sistema a partire dalle fughe dei pazienti, sempre in impennata. Inoltre, il quadro della contabilità è cambiato in base al cambiamento continuo del layout, con Santa Corona, Sampierdarena, Ist tra sì e no e ragionamenti sulla dimensione dell’Evangelico”.

“Occorre dare una contabilità unica, che non sia fatta di porti e riporti. Basta con le contabilità separate. Ho ammesso che, se è vero che le Asl risparmiano di più, sono comunque aumentati i costi di sistema. Alla fine, però, sono cambiati i fattori ma non le cifre totali” ha commentato il presidente della giunta regionale.

“Non è vero che tutto è fermo – ha aggiunto Burlando – Oggi gli ospedali sono diventati 19 contro 27 che avevamo prima con un importante processo di razionalizzazione. Avremo alla Spezia Sant’Andrea e Sarzana, nel Tigullio Lavagna, Sestri Levante e Rapallo, a Savona Cairo, Pietra Ligure e Savona, Imperia, e, a Genova, quattro ospedali non Asl Evangelico, San Martino, Galliera e 3 asl: Pontedecimo, Sestri, Sampierdarena. Abbiamo fuso Ist e San Martino e ridotto di due il numero delle aziende sanitarie. Cambiano strutture complesse molto significative, sono stati chiusi diversi plessi”.

“Di fatto – ha proseguito – la sanità ha cambiato molto la sua presenza territoriale con nuove case della salute, la creazione di una importante rete di hospice che prima non c’era. I centri di costo cambiavano continuamente ed è difficile fotografarli. La Liguria ha più fughe che arrivi la Regione non offre poco, forse addirittura offre troppo ma non bene. E’ qui che c’è ancora molto da fare: serve una regolazione più fine. Dopo il 31 dicembre sapremo la sorte dell’intervento di via Degola, sul quale mi trovo d’accordo con Rosso: meglio avere più spazio e risorse per gli ambulatori piuttosto che per gli uffici”.

Sull’edilizia sanitaria – ha specificato Burlando – “c’è una questione di fondo: tra la cultura americana che ogni 20 anni demolisce e ricostruisce tutto e la nostra cultura europea che non demolisce niente dobbiamo trovare una via di mezzo. Se Basaglia ha chiuso i manicomi trent’anni fa in quelle strutture enormi bisognerà fare dell’altro. Vendendo possiamo avere soldi a beneficio di tutta la comunità. Credo sia sbagliato tenere tutto immobile. Giusto definire una presenza significativa con una casa della salute dove serve, ma il resto si può utilizzare diversamente”.

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