Corecom, i media in Liguria: l’informazione si diffonde e si sposta verso Internet

Internet, web, news online

Liguria. In Liguria operano 520 imprese legate all’attività di comunicazione. E’ uno dei dato più alti a livello nazionale. Ma non è l’unico interessante fra i molti presentati questa mattina dal Corecom, Comitato Regionale per le Comunicazioni della Regione Liguria nel rapporto i “Media in Liguria: situazione e prospettive” curato da Isimm Ricerche, società che realizza studi e ricerche nel campo dell’informazione, della comunicazione e dell’innovazione tecnologica. La Liguria infatti continua a essere regione record per il numero di compie vendute in rapporto alla popolazione: 137 giornali ogni mille abitanti a fronte di una media nazionale di 79.

Diciotto le tv locali raggruppate in 16 società però quasi tutte, 15, sono concentrate a Genova. Alto anche il numero dei giornalisti iscritti all’ordine: 2084 dei quali però solo 378 sono effettivamente occupati con un contratto stabile: la carenza di risorse, i tagli al personale e i prepensionamenti stanno infatti provocando un pericoloso “scivolamento” verso forme di collaborazione precarie (il numero dei free lance è in forte crescita) con un evidente peggioramento dell’accuratezza dei servizi informativi pagati sempre meno.

“Sono dati che testimoniano le difficoltà del settore e della professione – ha sottolineato Attilio Lugli, presidente regionale dell’Ordine dei giornalisti -. E non sono gli unici a destare preoccupazione”.

Come ha spiegato Bruno Zambardino illustrando i dati emersi dalla ricerca, l’editoria ligure (editoria, tv e radio) pur reggendo meglio di quella nazionale, è investita pesantemente dalla crisi economica. Inoltre il contributo economico dell’industria culturale complessivamente intesa risulta inferiore alla media italiana: 3,1% contro una media nazionale del 4,9%.

I problemi chiave con i quali deve confrontarsi il mercato dei media locali liguri di fronte alla sfida di internet e del digitale sono legati ad un mercato che di fatto non si espande sufficientemente nelle sue due tradizionali componenti – vendite delle copie e di spazi pubblicitari – mentre resta inevasa l’esigenza di individuare nuove linee di crescita dei ricavi. Sul fronte delle risorse pubblicitarie, siamo di fronte a quello che con un paradosso è stato definito “stallo dinamico”: nei primi 5 mesi del 2011 si conferma la tendenza in base alla quale solo la pubblicità on line è in crescita (+15,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e si tratta in cifre assolute di valori contenuti se paragonati a quelli dell’editoria e di Tv e radio) mentre tutti gli altri canali accusano perdite più o meno pesanti.

A soffrire maggiormente è la radio (-8,4%) e i quotidiani inclusa la free press (-7%). Più contenuto il calo per i quotidiani solo a pagamento (-4%), televisione (-2,3%) e periodici (-1,4).

Complessivamente la crescita vigorosa della raccolta sul web non è sufficiente a compensare la contrazione degli altri canali, in particolare cinema e outdoor che perdono rispettivamente -16 e -15%.
“Con la rivoluzione digitale siamo di fronte ad un passaggio epocale – ha detto il senatore Carlo Rognoni – Si è passati da 6-7 canali nazionali a 435. I criteri vecchi sono superati, siamo ormai in una fase post tv generalista e post pc nella quale tv e computer si sposano. Non a caso quattro grandi colossi, tutti targati Usa, come Google, Facebook, Amazon e Apple entrano prepotentemente nel mondo della Tv. E’ una sfida che tutti, dall’Unione europea al singolo imprenditore locale, devono affrontare in modo nuovo”.

Come? L’indagine Isimm avanza anche una serie di proposte per uscire in positivo dall’attuale fase di crisi e di trasformazione.
Sul versante aziendale, i media liguri dovranno mantenere elevato il livello della qualità dei contenuti prodotti, e, al contempo, articolare la propria offerta di produzione in rapporto alla molteplicità delle piattaforme rese disponibili dalla tecnologia digitale; puntare ad un forte adeguamento delle competenze professionali in ottica multitasking, per gli editori tradizionali, puntare al prestigio, autorevolezza e ruolo di filtro acquisiti nel tempo, valorizzare la presenza capillare sul territorio attraverso una diffusione di contenuti, stimolando l’utenza ad una partecipazione attiva attraverso gli strumenti del social network; spingere sugli investimenti nel digitale: la tecnologia che da una parte ha rappresentato una minaccia, sta offrendo oggi un’opportunità a vecchi e nuovi editori. Alcuni editori tradizionali dovrebbero approfondire la conoscenza del fertile e dinamico sottobosco delle web tv. Il sorgere di tali inedite alleanze consentirebbe di riempire con programmi di sicura appetibilità anche commerciale.

Dal lato istituzionale occorre partire da un assunto sul quale far convergere la volontà di Regioni ed enti locali di scommettere sulle potenzialità di crescita del comparto dei media in Liguria non sottovalutando anche le possibili interconnessioni con le regioni confinanti con le quali avviare politiche di sviluppo congiunte; incoraggiare la lettura stringendo accordi con le case editrici, le scuole e il sistema di istruzione ed universitario; sul fronte degli investimenti, la Regione potrebbe impiegare in modo efficace le risorse comunitarie (PO regionali) per incentivare le imprese media più innovative.

Nelle sue conclusioni l’on. Antonio Martusciello, Commissario Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha sottolineato la necessità di tutelare il diritto d’autore sulla rete senza però imbrigliare il web o mortificare le sue potenzialità. «Oggi internet ha 26 milioni di utenti nel nostro paese, e il loro numero è in continuo aumento, il 20 per cento degli italiani ormai le notizie le cerca solo su internet e questo ha determinato il boom delle testate on line. Tuttavia se non si trova un modo per remunerare e tutelare gli autori di contenuti, il rischio è che i contenuti stessi scompaiano dalla rete o si depauperino fortemente per rifugiarsi sulle piattaforme a pagamento come le pay tv.

Al convegno presieduto dal presidente del Corecom Pasqualino Lino Serafini sono intervenuti fra gli altri Matteo Ridolfi del Corecom, Federico Megna della Fieg, Fabrizio Berrini dell’associazione Aeranti-Corallo, Maria Pia Caruso dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni; Nicola Amelio del’associazione nazionale stampa on line; Michelangelo Nicolosi – Direttore Ispettorato Territoriale Liguria del Ministero dello sviluppo Economico.

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