Apparecchiatura a onde d’urto a Cairo, Rosso (Udc): “Ci sono troppi equivoci”

ospedale cairo

Cairo. Marco Rosso, consigliere comunale del gruppo Udc di Carcare nonchè fisioterapista interviene in merito all’apparecchiatura ad onde d’urto ubicata nell’Ospedale di Cairo Montenotte: “ Ci sono degli equivoci. In questo caso non sono d’accordo sulla levata di scudi per la difesa del “macchinario”. Rischiamo, credo non volenti ma con il pericolo di essere strumentalizzati, di mettere sul piatto della bilancia del “tolgo-lascio” aziendale a Cairo questa apparecchiatura a scapito di cose ben più significative. Penso per esempio alla fondamentale attività del Pronto Soccorso, della Radiologia, del Laboratorio analisi o alla piena operatività del reparto di Riabilitazione Intensiva di 2° livello, da 15 anni prospettata e non ancora realizzata.

“Nel mio ragionamento su cosa sia veramente utile ed essenziale ai valbormidesi, a prescindere dai “campanili”, la scelta di lasciare l’apparecchiatura a Cairo è svantaggiosa. Sappiamo bene per quali patologie è indicato l’uso dell’apparecchiatura di Cairo (che costò all’ASL nel 2006 circa 110 mila euro) e come venga utilizzata” prosegue Rosso che riporta alcuni dati: “le statistiche (fonte diretta) dicono che le patologie trattate sono essenzialmente le tendinopatie dei tessuti molli (spalla, gomito), ad oggi la lista di attesa è di circa due mesi, in un anno i pazienti trattati sono 230/250, di questi il 15% (circa 35/38) provengono dalla Valbormida, pertanto l’85 % dei pazienti è rivierasco. Dato per scontato che non sia possibile aumentare gli accessi del fisiatra dr Moretti che da sempre può venire a Cairo un solo pomeriggio alla settimana, se il “macchinario” fosse a Savona avremmo: al minimo usando i trasferimenti da Savona dello specialista, sei prestazioni alla settimana, uguali a 240 prestazioni/anno quindi 80 pazienti/anno, in più. Inoltre l’apparecchiatura sarebbe, molto probabilmente, usata anche dagli altri medici specialisti fisiatri dell’Ospedale di Savona, con un aumento considerevole delle prestazioni”.

“In ultima analisi, quindi, i vantaggi sarebbero anche per i pazienti valbormidesi che vedrebbero diminuiti i loro tempi di attesa a scapito di qualche viaggio a Savona. Pertanto, in questo caso, secondo me, la difesa ad oltranza non è coerente con il buon senso e la logica di interesse dei cittadini, “parametri di giudizio” che sempre mi ispirano nel considerare tutte le problematiche dei tagli sanitari al nostro territorio” conclude Rosso.

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