Politica

Puc Savona, Marson replica al sindaco Berruti: “Non c’è l’energia necessaria per la crescita della città”

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Savona. “Non ho compreso la posizione del sindaco Federico Berruti, che non ha raccolto le critiche costruttive che abbiamo mosso al suo Puc, peraltro, ritenuto già da emendare da tutti i componenti della maggioranza che sono intervenuti nel dibattito, e non ha esitato a trasformare un normale confronto politico in sterile polemica, accusando provocatoriamente la minoranza consigliare di non amare Savona”. Lo ha detto il consigliere comunale del Pdl Paolo Marson, commentando l’esito del Consiglio comunale che ha dato via libera al Puc comunale.

“Credo che questa polemica non vada raccolta e che, sorridendo, occorra sdrammatizzare rispondendo con una battuta: forse, dopo quasi vent’anni d’iter di approvazione del Piano, era stanco e pensava di essere a Versailles: come Luigi XIV, Re di Francia e campione dell’assolutismo, che era solito affermare ‘L’Etat c’est moi’. Solo così si può pensare che ogni critica fatta alla sua amministrazione e a lui stesso possa diventare un attacco alla nostra città”. Così Marson replica alle accuse mosse dal sindaco Berruti al centro destra, ovvero di remare contro gli interessi della città” afferma Marson.

“Abbiamo illustrato le ragioni per le quali pensiamo che il Puc di Savona – che, non senza contraddizioni (si pensi alla contestuale approvazione di un ordine del giorno, che ne limita i contenuti), si accinge a completare il suo iter quasi ventennale – sia nato vecchio e non risponda ai bisogni di Savona: non c’è verde, non c’è integrazione e riqualificazione urbana, non ci sono soluzioni per la viabilità interna alla città”.

“Lo strumento è segnato da scelte non più attuali, ma soprattutto non è aperto all’innovazione e manca della dose di coraggio per assumere la responsabilità politica di condurre la città verso il futuro. Si continua a pensare al Piano regolatore come allo strumento per contenere e ordinare le iniziative private (in passato troppo pervasive) e per programmare dall’alto opere pubbliche, come se il problema vero non fosse quello di trovare le relative risorse” aggiunge ancora Marson.

“Oggi, invece, – conclude Marson – la questione è trovare il modo di attrarre iniziative buone e sane che portano innovazione, creatività e sviluppo del bene comune. Suscitare proposte, idee e soluzioni dei problemi della città, che provengano da ogni ambito e che proprio per il fatto di dover essere realmente innovative, geniali e rinnovatrici non possono essere predeterminate e preconfezionate, per di più in uno strumento urbanistico che è stato pensato quasi vent’anni fa”.

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