Savona. Richiesta di incontro urgente con Regione, Provincia e dirigenti scolastici da parte dei sindacati di categoria in merito al piano di dimensionamento scolastico provinciale, che prevede la realizzazione di istituti comprensivi unendo scuole elementari, materne e medie.
“Tutta la fascia didattica più delicata, quella dall’infanzia all’adolescenza, dalla scuola materna alla scuola media – verrebbero però costituiti sulla base di un unico criterio, puramente numerico: l’accorpamento di diverse scuole finalizzato al raggiungimento del limite numerico di almeno mille studenti per istituto” affermano i sindacati.
A tal fine, Regione e Provincia hanno dettato i tempi entro i quali i Comuni dovrebbero deliberare in merito, nonché quelli entro cui la stessa Provincia dovrà portare in Consiglio la sintesi delle decisioni, per consentire infine alla Regione di poter elaborare il piano regionale di riorganizzazione della rete scolastica.
“La materia dell’organizzazione della rete scolastica sul territorio è di stretta competenza degli enti locali e – in particolare – delle Regioni e che quindi l’intervento legislativo potrebbe rivelarsi lesivo delle loro prerogative e della loro autonomia oltre che contrario ai dettati costituzionali: per questa ragione molte Regioni hanno già avviato contenzioni e ricorsi alla Corte Costituzionale” aggiungono.
“Di tale difficoltà pare rendersi conto lo stesso Ministero dell’Istruzione che, con nota MIUR prot. 5889 del 13 luglio 2011 precisa “Tra le varie disposizioni, particolarmente delicata è quella relativa alla aggregazione in istituti comprensivi (art. 19, comma 4) delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di I grado (con contestuale cessazione delle scuole autonome costituite separatamente da circoli didattici e scuole di I grado) perché va ad incidere sulla sfera delle attribuzioni delle Regioni che hanno competenza esclusiva in materia di dimensionamento della rete scolastica. Ne consegue pertanto, che fino a quando non verranno attivati gli opportuni confronti e interlocuzioni in sede di Conferenza Unificata Stato-Regioni, nessun intervento o aggregazione di Istituti potrà essere disposto”.
“Riteniamo inoltre opportuno chiarire che – per quanto quello degli istituti scolastici comprensivi costituisca sicuramente un valido modello organizzativo – paiono del tutto inaccettabili le modalità attraverso le quali si intende arrivare a generalizzare tale modello. Infatti, l’istituzione degli istituti comprensivi richiede l’avvio di un processo condiviso, che parta da un’analisi del territorio in relazione, ad esempio, alla consistenza delle sezioni delle scuole, alle caratteristiche demografiche e finanche economiche e sociali dei bacini di utenza delle sedi scolastiche” sottolinea ancora le organizzazioni sindacali di categoria.
“La costituzione di questi Istituti dovrebbe garantire una migliore integrazione con il territorio e, soprattutto, rendere effettiva la continuità didattica in quella fascia che una volta era definita scuola dell’obbligo, favorendo l’integrazione degli studenti e migliorando la qualità del servizio”.
“La disposizione di cui stiamo ragionando si configura invece come imposta e calata dall’alto, con l’evidente intenzione di realizzare ulteriori economie sulla scuola, tagliando nuovamente gli organici del personale e ridefinendo al ribasso, una volta di più, il perimetro della scuola pubblica”.
“Infine, nella definizione di un processo di tal genere, pare del tutto necessario il pieno e reale coinvolgimento i tutte le parti sociali, a cominciare alle organizzazioni sindacali” conclude la nota.