Cronaca

Dea, dal buio della tana-prigione alla luce del sole. Il padrone: “Grazie a tutti”

Albenga. Eccolo il musetto di Dea, finalmente al sole e lontano dal buio della tana-prigione in cui è precipitata mercoledì scorso. Il padrone, Corrado Parodi, se la abbraccia e bacia ed è incredulo per aver ricevuto tanta solidarietà e il regalo di un salvataggio al quale non credeva quasi più. “Dea è un po’ deperita ma tra una settimana sarà in forma come prima. Faremo una cura di vitamine”, assicura.

“E’ stato un salvataggio complesso – continua Parodi – Siamo stati fortunati perché tante, tantissime persone hanno partecipato alle operazioni. Vorrei ringraziarli uno ad uno, dai vigili del fuoco al Gruppo Speleologico Nazionale, dai tanti volontari ai proprietari dei terreni circostanti che hanno dato la loro autorizzazione per il passaggio di macchinari e mezzi, dai carabinieri ai privati cittadini che hanno dato un contributo determinante e che mi ha commosso, fino ai giornalisti e fotografi che hanno seguito passo dopo passo la nostra disavventura. Devo ammettere che ieri sera mi ero quasi rassegnato al peggio”.

Eppure nessuno dei soccorritori si è arreso. “Quando ho sentito parlare dell’utilizzo di esplosivo ammetto di essermi messo le mani nei capelli, però Dea era sotto uno strato di terra di un metro, più uno strato di roccia compattissima e un altro metro e mezzo di terreno: non si poteva fare altrimenti, e comunque all’opera c’erano dei veri professionisti. Dea ha abbaiato fino alle 15 di ieri pomeriggio dandoci una grossa mano per capire dove fosse finita. Poi abbiamo visto un buco che sembrava quasi insignificante, ci siamo fatti spazio e sono apparsi i suoi occhietti. Non potevo crederci”.

“Per me, che sono cacciatore, il cane è un compagno insostituibile” conclude Parodi che, scherzando, aggiunge: “Insomma, è un po’ come una moglie”.

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