Albenga. Sono le 22,30 quando la notizia arriva alla redazione di IVG.it. Quattro parole che ormai tutti aspettavamo: “Dea è salva e viva”. A darci la lieta novella è Cinzia Garsi dell’Aina, Associazione Internazionale Nucleo Ambientale con sede a Boissano.
Il felice epilogo arriva dopo quattro giorni di fiato sospeso con i soccorritori che hanno lavorato senza sosta per salvare l’animale finito in una buca in regione Campore, a Campochiesa d’Albenga, mercoledì scorso. In questi giorni Dea, segugio maremmano di tre anni e mezzo, non ha smesso un attimo di abbaiare, permettendo a chi la stava cercando di individuare via via il punto esatto in cui si trovava. Una volta rivista la luce il cane è corso dal suo padrone, Corrado Parodi, che già in giornata aveva ringraziato tutti per la grande solidarietà dimostrata in queste ore.
Le ricerche da parte dei vigili del fuoco di Albenga, Enpa, Aina, uomini del Soccorso Alpino e Speleologico, con la presenza sul posto di carabinieri e polizia municipale ingauni, l’ausilio di volontari e anche di mezzi messi a disposizione da ditte private (come la EcoGrid con un suo speciale escavatore) era proseguita fino a venerdì con l’ausilio di una ruspa ma la presenza di uno strato di roccia che ricopriva le tane in cui era finito il cane aveva reso le operazioni difficilissime.
Determinante l’arrivo ad Albenga del gruppo di lavoro disostruzione del soccorso alpino da Biella che ha lavorato dal mattino presto e ha impiegato otto micro cariche esplosive per farsi strada. Alle 21,40 è stata inserita una sonda in una cavità e nel monitor è apparso il musetto di Dea. Il cane è stato raggiunto nel cunicolo e tirato fuori da Valerio Pizzoglio, che nel 2009 aveva lavorato all’Aquila e guidato da Franco Cuccu aveva partecipato tra l’altro al salvataggio di Marta Salvatao, una studentessa imprigionata per 24 ore nella casa dello studente. Dea è stata salutata con un applauso. Quello che tutti facciamo a chi ha lavorato giorno e notte per salvarle la vita.