Cronaca

Ceriale, riconoscimento di paternità: testimoni e Dna per incastrare il “papà-mancato”

processo tribunale aula

Ceriale. Una relazione che si sarebbe protratta per anni e dalla quale sarebbe nata una bimba che, però, il padre – un 50enne residente nel Savonese – si rifiuta di riconoscere. Questa è la tesi sostenuta dagli avvocati della figlia “respinta”, oggi diciottenne, che ha deciso di intraprendere le vie legali per costringere il presunto “padre mancato” ad assumersi le proprie responsabilità.

I legali della giovane, Alessandro Chirivì e Giuseppe Fossati, hanno indicato i nominativi di alcuni testimoni per confermare l’esistenza di una relazione duratura tra la madre della ragazza e il presunto padre. Inoltre, è stata formalmente chiesta la effettuazione della consulenza tecnica d’ufficio ematica volta ad accertare la paternità tramite la comparazione dei rispettivi Dna. Il prossimo 17 febbraio la dottoressa Caterina Fiumanò deciderà se ammettere le prove richieste.

Intanto, nei mesi scorsi, il presunto padre aveva già depositato una memoria nella quale sosteva di non aver mai avuto una relazione affettiva con la madre della ragazza, ma solo qualche incontro occasionale. La 18enne, che ora vive a Ceriale, vuole però lottare per vedere riconosciuti i propri diritti di figlia e chiedere all’uomo di prendersi cura di lei, in particolare dal punto di vista economico, perché la madre, che l’ha cresciuta da sola in tutti questi anni, non sarebbe più in grado di sostenere tutte le spese.

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