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Assemblea pubblica sulla Piattaforma, fronte del “sì” e del “no” distanti: i commenti a caldo di Merli e Caviglia

Vado L. E’ stata una lunga partita quella giocata ieri sera, davanti a circa 500 persone, nella bocciofila coperta di Vado Ligure dove si sono dati battaglia il fronte del sì e quello del no alla piattaforma Maersk. I commenti a caldo di due degli attori principali della serata, Carlo Merli, amministratore delegato di APM Moeller, e Attilio Caviglia, sindaco di Vado, raccontano di un match che non è servito a cambiare di una virgola le posizioni sulla realizzazione della struttura.

“Io ritengo che chi investe in un’opera di queste dimensioni su un territorio come questo non possa non parlare coi cittadini – ha detto Merli -. Noi abbiamo aspettato troppo probabilmente nel timore di entrare dentro un dibattito politico che non ci compete. Ma ora sono molto contento di aver potuto cominciare questa sera. La gente se non lo fa di mestiere non è tenuta a conoscere tutti i numeri, io ho apprezzato la volontà di informarsi: ci sono state fatte delle domande puntuali anche se, a mio giudizio, improprie. Siamo anche qui però per condividere qualcosa che conosciamo molto bene, quindi non è un problema”.

“Io vorrei che questo fosse il primo di una serie di incontri come questo da affrontare anche in altre sedi, Consiglio Comunale incluso” conclude Merli. Di altra opinione il sindaco vadese che non sembra essere uscito soddisfatto dal confronto: “Non dovremmo essere qui perché il popolo di Vado aveva detto di non volere la piattaforma. Questo è stato il motivo della rottura della precedente maggioranza, ma credo che, purtroppo, ora si continuerà ad essere divisi. Non si possono infatti mettere d’accordo due mondi che sono inconciliabili, ovvero l’ambiente ed il lavoro. Io credo che il nostro mare ed il nostro porto potrebbe creare dei posti di lavoro con un progetto profondamente diverso, ma finché le cose restano così è impossibile ragionare”.

“Io credo che il Pd, nel quale ho militato per meno di un mese, abbia perso le elezioni per un motivo ben preciso. Non tanto sul sì o no alla piattaforma, ma per la ferita che si è aperta nei vadesi che erano stati chiamati ad esprimere un parere che poi non è stato rispettato dai politici” conclude Caviglia.

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