Altare, vetri liguri protagonisti di un convegno ad hoc

vetri di altare

Altare. Si terrà sabato 8 ottobre, alle 15,30, ad Altare, presso il Museo dell’Arte Vetraria, il convegno “Analisi dei vetri liguri dal IX al XV secolo e tecnologie impiegate”.

Il dottor Simone Cagno, dell’Università di Anversa, esporrà gli esiti delle sue ricerche, effettuate a partire dai reperti ritrovati sul Priamar di Savona. Utilizzando le più moderne tecnologie, il dottor Cagno ha portato alla luce interessanti novità sulla storia e la tecnologia del vetro altarese. Manca a tutt’oggi, per la Liguria, uno studio complessivo che comprenda i diversi aspetti fondamentali per una ricerca storico-scientifica sul vetro. Manca un “Corpus” delle collezioni del vetro. Eppure la nostra regione possiede un repertorio di insediamenti vetrari molto vasto, a cominciare dal vetro romano di Albingaunum, al vetro bizantino di Sant’Antonino di Perti (VI-VII secollo) , al vetro basso-medievale di Altare, nel Savonesato, di Masone e di Rossiglione, nell’Oltregiogo Genovese.

Dopo gli scavi effettuati nel Palazzo della Loggia del Priamar di Savona (1969-1989), nei Castelli di Andora e di Spotorno, nella residenza carrettesca di Finalborgo; dopo l’avvenuta catalogazione – da parte degli archeologi italiani – dei 682 reperti vitrei del Priamar, le prime indagini archeometriche furono effettuate dal dottor Simone Cagno dell’Università di Anversa, in collaborazione con il Centro Europeo di Archeometria dell’Università di Liegi In un rapporto quindi interdiscipliare tra Università europee. E’ auspicabile che queste prime analisi effettuate su reperti vitrei, compresi in un arco di tempo tra il IX e il XV secolo, rappresentino il primo risultato di una ricerca che, proseguita in maniera organica, possa aprire naturali orizzonti alla conoscenza del vetro ligure.

In un contesto meno vasto, lo studio del Dr. Simone Cagno ci permette di entrare in possesso del
tassello mancante per ricostruire la storia delle origini del vetro di Altare. Infatti molti dei reperti, rinvenuti nel palazzo della Loggia di Savona, rappresentano la prima testimonianza archeologica della possibile loro attribuzione ad Altare, innanzittutto per la caratteristica dei silicati usati nelle composizioni vitree, ed evidenziati dalle analisi, a cominciare dai secoli IX-XII. Sono appunto le rocce dell’Appennino sovrastante Altare a distinguere, con note significative, molti dei frammenti analizzati, di possibile appartenenza ai primi secoli della lavorazione altarese.

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