Economia

Prezzo dell’oro alle stelle: una fede può costare anche il triplo rispetto allo scorso anno

Matrimonio

Mai come in questi tempi risulta tanto appropriato il detto popolare “Vendere e comprare a peso d’oro”, sia per chi vive di questo, ovvero gioiellieri e industriali del settore orafo, sia per chi costretto dalle ricorrenze, il proprio matrimonio, oppure un battesimo, o una comunione, acquista gioielli ma non potrebbe permetterselo. I prezzi sono alti, sempre più alti, tanto che per le fedi nuziali oggi, rispetto a qualche anno fa, si arriva a spendere il triplo.

La situazione è peggiorata poi, nell’ultimo mese con un trend delle quotazioni dell’oro che continua a salire, con piccole e non significative oscillazioni. Oggi infatti, questa materia prima, utilizzata sin dall’antichità per monili ancora oggi copiati, come quelli degli antichi egizi, è arrivata a oltre 1.880 euro l’oncia e a circa 42 euro il grammo.

“Le fedi d’oro, gioielli davvero intramontabili, oggi costano molto di più rispetto a ieri, si è passati da 100 a 300 euro nel giro di qualche anno e il prezzo varia di giorno in giorno, certo le piccole fluttuazioni, nell’ordine dei centesimi, tendiamo a non considerarle ma siamo sempre con i listini a portata di mano”, spiega Leo Duilio, presidente della Fiog (Federazione italiana orafi e gioiellieri) della Confesercenti.

La crisi come nel campo della moda e del design, non tocca il lusso. Da Tiffany, Bulgari, o Cartier, per intendersi, si continuano a tessere ‘affari d’oro’ e qualche piccolo vantaggio gratifica anche chi è in ristrettezze economiche. L’oro che si possiede infatti non si deprezza, soprattutto quello di fattura semplice, poco lavorato. E quindi capita di frequente che, nel dare indietro una vecchia catenina o un braccialetto, da fondere, la valutazione del gioielliere sia superiore a quanto si è pagato anni addietro.

Il mercato comunque non è scevro da speculazioni, ma non sono i gioiellieri o gli industriali a operare in questo senso, come si affrettano a spiegare i diretti interessati, ma i cosiddetti ‘compro oro’ dai quali si reca la gente che vende per necessità, soprattutto in questo periodo di grave crisi economica. E naturalmente speculazioni arrivano anche in seno all’economia di carta, da parte dei broker.
Ma tastare il polso della situazione sono anche gli industriali del settore orafo che “in questa situazione schizzofrenica” si sono trovati a cambiare i listini tre volte dall’inizio dell’anno, come spiega il presidente di Federorafi-Confindustria Licia Mattioli.

“Il disagio si avverte lungo tutta la catena, perché un gioielliere – continua Mattioli- ha un determinato budget annuale e se i prezzi salgono è ovvio che compra meno volume e quindi calano le vendite. Nel 2011 infatti, i fatturati sono saliti per un effetto distorto: è aumentato il prezzo dell’oro, non il volume delle vendite e tra l’altro i fatturati sono aumentati nella bigiotteria non nel settore orafo”.

Inoltre, spiega ancora la rappresentante degli industriali, “chi acquista l’oro a termine, come i gioiellieri, ha anche un problema di liquidità ed è possibile, anche se è meno frequente, che il prezzo invece di salire scenda, con evidenti remissioni nel momento in cui lo va a rivendere”.

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