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Incidente Melogno, per il pm “Fossati è morto da eroe”: investito per evitare che i colleghi corressero rischi

Savona. “Ermano Fossati è morto da eroe”. E’ questa una delle conclusioni alle quali è arrivato il sostituto procuratore Giovanni Battista Ferro al termine dell’inchiesta sulla tragica morte del caposquadra dei vigili del fuoco del distaccamento di Finale, deceduto in servizio il 29 dicembre, sulla strada comunale che dal Colle del Melogno porta a Bormida. Il pompiere, che era alla guida del primo Defender giunto in soccorso dell’automobilista, dopo essere finito a sua volta fuoristrada a causa delle condizioni atmosferiche estreme, ha cercato di evitare che i suoi colleghi corressero rischi. Per quella ragione si trovava in mezzo alla strada quando la seconda camionetta dei vigili del fuoco imboccò la strada comunale: Fossati, sapendo che era impossibile non perdere il controllo del mezzo in quelle condizioni, si stava sbracciando per cercare di fermare l’avanzata dei suoi colleghi. Per questo ha finito per essere tragicamente investito.

Vista la conclusione alla quale è arrivato il pm G.B. Ferro, dalla Procura di Savona è partita una lettera indirizzata alla Prefettura nella quale si sottolinea proprio questo aspetto: ovvero che Fossati è morto da eroe. Una comunicazione certamente non casuale e che, nei prossimi mesi, potrebbe portare il Prefetto a decidere di onorare il vigile del fuoco morto in servizio con un riconoscimento in sua memoria.

Il magistrato savonese, nel concludere l’inchiesta, aveva anche chiesto l’archiviazione della posizione dei due colleghi di Fossati (l’autista del mezzo che l’ha investito e il responsabile provinciale dell’autoparco dei vigili del fuoco, Francesco Anaclerio, 52 anni, che era stato indagato per concorso in omicidio colposo) e il rinvio a giudizio per N.B., l’automobilista che aveva perso il controllo del mezzo sulla strada, chiusa al traffico nel periodo invernale, in soccorso del quale erano intervenuti i vigili del fuoco. Proprio l’automobilista è stato infatti ritenuto il primo anello della catena degli eventi che si sono susseguiti quel giorno. Da lui si sarebbero originate, secondo il magistrato, tutte le altre condotte colpose che hanno portato alla morte di Fossati.

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