Cronaca

Giro di Padania, il segretario leghista Ripamonti: “Per la sinistra esiste ancora Stalingrado”

Giro Padania da Loano a Savona

Savona. “Per i contestatori che hanno fatto la loro esibizione a Savona la Padania non esiste, ma esiste Stalingrado. E’ incredibile e preoccupante”. A dirlo, nel solco della polemica che infuria intorno al Giro della Padania, è il segretario provinciale del Carroccio, Paolo Ripamonti. “Qualcuno dovrebbe spiegare alla sinistra savonese, al Pd e al sindaco Berruti che ne è l’espressione – afferma – che Stalingrado non esiste più eppure qui non hanno ancora cambiato il nome di una via importante della città, mentre i russi, quel nome inneggiante a Stalin, lo hanno cambiato da un pezzo”.

“Faccio solo un esempio che mi ha amareggiato e stupito – prosegue Ripamonti – Un anziano che cantava l’inno di Mameli ha dato una sberla ad un giovane ciclista. Ma sono solo ragazzini che stanno svolgendo una gara sportiva, perché quell’uomo gli ha dato una ‘mascata’? Quel giovane atleta è lì a rappresentare se stesso, il suo desiderio di mettersi in luce nello sport e nella vita, non la Lega Nord. E magari qualcuno che cinquant’anni fa calpestava il tricolore pensando all’Unione Sovietica, oggi lo prende a schiaffi. E’ terribile”.

Anche Ivan Basso e Sasha Modolo sono stati bersagliati dai contestatori, che hanno sbarrato la strada sotto la Torretta, inducendo l’organizzazione a deviare il percorso della seconda tappa Loano-Vigevano. “Invece di prendersela con i corridori, questi manifestanti politici dovrebbero pensare a dissentire civilmente, come per esempio è stato fatto ad Alassio, senza invadere la strada, ma pacificamente con le bandiere al bordo della carreggiata. A Savona, invece, sono volati sganassoni. I militanti di questa sinistra violenta sono liberi di organizzare una loro manifestazione sportiva: riprendano a fare la Coppa di Liberazione” commenta il segretario provinciale della Lega.

“Abbiamo sempre dato voce a tutti, offerto a tutti uno spazio, non abbiamo ceduto agli insulti ed alle provocazioni di questi sedicenti gruppi di sinistra – osserva il sottosegretario all’Interno Michelino Davico, organizzatore della “corsa verde” – Al sindaco di Savona dico due volte grazie: una per aver mantenuto l’impegno di garantire la sicurezza del passaggio della corsa, l’altra per aver perso l’occasione per tacere, scaldando gli animi in una occasione che per la sua città sarebbe stata di festa e non di guerriglia”.

Anche Ripamonti torna a rivolgere un messaggio al primo cittadino Federico Berruti: “Inizi a preoccuparsi di via Stalingrado, una strada che porta il nome di uno dei più crudeli dittatori della storia e di una città a lui dedicata, il cui nome è stato cambiato dagli stessi russi. La sinistra sta strumentalizzando dei ragazzi e degli atleti, che vogliono solo gareggiare”. “Oggi – conclude – questi contestatori facevano finta di essere in tanti, compattandosi: avrebbero fatto meglio a protestare in modo civile, assestandosi lungo il bordo strada. Evidentemente per loro la Padania non esiste, ma esiste ancora Stalin”.

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