Sport

Giro di Padania: a Loano si prepara la protesta tricolore

Giro di Padania

Loano. Se oggi è il giorno di Laigueglia, domani sarà quello di Loano: da lì gli atleti del Giro della Padania ripartiranno alla volta di Vigevano. Sarà una protesta silenziosa e colorata quella pensata dal Fli loanese in occasione del passaggio: i toni dominanti saranno quelli del tricolore, contro chi vorrebbe “epurarlo” dalle tinte rosso-bianche e, come dicono gli organizzatori, “trasformare lo sport in qualcosa che divide piuttosto che unire”. Non ci saranno simboli di partito né megafoni a disturbare la gara dei ciclisti: solo bandiere italiane, “per ricordare che la Padania – dicono ancora – non esiste”.

L’appuntamento è per domani, mercoledì 7 settembre, alle 11,30 in piazza Italia, a Loano. “Distribuiremo ai presenti il tricolore – dice Mauro Greco del Fli loanese – Diciamo no a chi utilizza lo sport come veicolo di comunicazione politica. Lo sport è guidato da principi che sono all’opposto di quelli proclamati dalla Lega Nord: il primo unisce, la seconda vuole dividere. Non possiamo accettarlo”.

D’accordo con Greco è anche Dino Sandre della lista “E’ tempo”: “La giunta comunale di Loano ha concesso il patrocinio e l’uso del logo del Comune per questo appuntamento, citando l’articolo 1 dello Statuto Comunale, comma 7, che ‘promuove, favorisce ed indirizza l’attività dei soggetti pubblici e privati per lo sviluppo sociale, culturale ed economico della comunità’, richiamando i riconoscimenti nazionali ed internazionali di Loano come città dello sport e l’interesse sportivo dell’iniziativa. Loano storicamente e geograficamente non è mai stata ‘padana’ e lo Statuto Comunale all’articolo 1, comma 2, specifica come ruolo del Comune sia di ‘promuovere lo sviluppo, il progresso civile, sociale, economico e culturale'”.

“Inoltre – prosegue Sandre – il riconoscimento di ‘Città europea dello sport’ stride con l’iniziativa, volutamente etichettata sotto una supposta, pretestuosa e presuntuosa bandiera politica, che svilisce quello che dovrebbe essere il primo ed unico fine di qualsiasi avvenimento sportivo, rionale o mondiale che sia, ossia la caduta di ogni tipo di barriera: territoriale, sociale, razziale, nonché ideologica e politica, per essere momento di aggregazione, amicizia e fratellanza. E’ contraddittorio anelare a riconoscimenti nazionali ed europei per poi farsi promotori di campanilismi politici. Lo sport deve essere di tutti e per tutti, senza padrini politici. Loano non può barattare il ritorno di immagine che senza dubbio può avere dalla suddetta manifestazione, sottostando a sponsor politici o partitici e tutelare l’immagine di città per lo sport qualificata e meritevole”.

“In ultimo, ma non meno importante, considerando che il 2011 è il 150° anniversario dell’unità d’Italia, unità riconosciuta e difesa dalla Costituzione, riteniamo sia inopportuno, fuori luogo e fuori tempo voler circoscrivere e definire un avvenimento sportivo interregionale, con cappelli politici secessionistici, quali sono quelli ‘della Padania’, che storicamente, socialmente e politicamente non esistono, se non nella mente di alcuni personaggi politici nazionali che utilizzano, a seconda delle occasioni, per scopi puramente propagandistici ed elettorali” conclude Sandre.

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