Politica

Ex cave Ghigliazza, bocciatura Via già preceduta dalle considerazioni del Dipartimento Ambiente

Finale Ligure. Il parere negativo di Via sul progetto di recupero delle cave Ghigliazza non è ancora stato firmato, ed è sul tavolo dell’assessore regionale all’ambiente, ma da lunedì sarà un dato di fatto. L’assessore Renata Briano, che ha ricevuto l’atto ieri, esaminerà approfonditamente la pronuncia della commissione racchiusa in una corposa disamina tecnica, quindi apporrà la sigla.

Per veder delineata la posizione della Regione bisogna attendere l’inizio della settimana e venerdì prossimo, ancora più precisamente, per l’esito della giunta del presidente Burlando. C’è animata curiosità tra i movimenti ambientalisti che hanno contestato da tempo precisi punti di insostenibilità ambientale imputabili all’attuale progetto di Arene Candide, per vedere se le speranze hanno trovato riscontro nell’esito di Via. I luoghi devastati da cent’anni di attività di cava verrebbero ulteriormente stravolti dalla prevista estrazione di altri 800 mila metri cubi di materiale, la realizzazione del versante a gradoni sarebbe estraneo al contesto naturale della zona, l’approvigionamento idrico tramite l’Ato sarebbe problematico: sono le principali osservazioni di Verdi, Wwf e Legambiente.

Per un progetto edificatorio esteso su circa 400 mila metri quadri, in particolare, lo scavo di 800 mila metri cubi rappresenterebbe un enorme ricarico dell’impatto. Il Dipartimento Ambiente della Regione Liguria ha già sottolineato la criticità del Puo proposto dalla società: “Senza entrare nel merito delle scelte programmatorie e delle aspettative di riutilizzo del sito, occorre evidenziare che sotto il profilo della sostenibilità ambientale le previsioni del Puo determinano un prolungamento dell’attività di scavo, peraltro nelle parti apicali e maggiormente visibili del versante, comportando così il protrarsi di un’attività di cava per certi versi ‘impropria’ in assenza dei controlli e dei vincoli previsti dalla normativa di settore, con ulteriori modificazioni dell’assetto morfologico”.

“Di fronte ad una proposta di riqualificazione che comporta ulteriore consumo di suolo e terreno vergine, prolungando nel tempo gli elementi negativi propri di un’attività di cava, occorre che il progetto si faccia carico di un esame attento della sua sostenibilità, degli scenari e delle alternative possibili – ha annotato il Dipartimento regionale – Non limitandosi, cioè, alla sola giustificazione tecnica della previsione urbanistica proposta, ma corredando la stessa con un confronto ragionato con altre opzioni”. Ragionamento su altre opzioni che evidentemente la documentazione progettuale non ha approfondito, alla luce della bocciatura da parte della commissione di Via.

C’è poi il fatto di un arretramento del fronte di scavo, rispetto al limite finale di cava, nelle zone retrostanti: naturalisticamente intatte e rientranti nel Sic (Sito di Interesse Comunitario). Sulla messa in sicurezza del fronte che interesserà il Sic, consentito per legge anche nel caso della perdita di parte di habit, il Dipartimento Ambiente della Liguria ha osservato che “risulta indispensabile, però ,la dimostrazione della mancanza di soluzioni alternative: in questo caso oltre all’arretramento del fronte dovrà essere verificata anche la possibilità di riempimento”.

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