Cronaca

Dogo abbattuto a Salea: l’agente ha sparato per “necessità manifesta”

dogo argentino, cane

Albenga. Un cane mordace e in preda alla furia che viene abbattuto a colpi di pistola dai vigili urbani intervenuti dopo una violenta aggressione ai danni del padrone dell’animale, e gli addetti ai lavori che storcono il naso davanti al mancato rispetto della procedura standard che deve essere seguita in questi casi.

Fa discutere, anche se a mezza voce, il caso del dogo argentino che, nella notte fra mercoledì e giovedì, a Salea d’Albenga, ha attaccato il proprio padrone ferendolo gravemente al volto e ad un braccio, per poi essere ucciso con l’arma di uno degli agenti della polizia municipale intervenuta in loco. Un’uccisione inevitabile, stando al racconto dei vigili urbani, che hanno parlato di un cane impazzito che, dopo essersi liberato dal paletto di sostegno al quale era stato legato per non nuocere più, si sarebbe scagliato contro uno di loro costringendolo a fare fuoco per evitare il peggio.

In questi casi, vogliono ricordare gli addetti ai lavori, c’è una procedura precisa da seguire. I medici del servizio veterinario dell’Asl 2 sono dotati di una strumentazione adeguata alla sedazione dei cani violenti: dal fucile narcotico alla cerbottana sparasiringhe anestetizzanti ai guinzagli dotati di cappio per tenere a distanza l’esemplare “impazzito”. Senza contare il fatto, ricorda qualcuno, che è la polizia provinciale l’unico organismo che può sparare ad animali pericolosi.

Ciò che è accaduto a Salea d’Albenga, così come raccontato dai vigili urbani, farebbe però intravedere uno scenario di emergenza in cui non vi sarebbe stato il tempo di agire secondo gli standard. Secondo il rapporto della Municipale, dopo vari e inutili tentativi di sedarlo, il dogo è riuscito a sganciarsi dal paletto e si è scagliato contro un ispettore che ha così fatto fuoco. “Una morte avvenuta in stato di necessità manifesta”, si legge nero su bianco. Diversamente ci si sarebbe dovuti comportare se il dogo argentino fosse rimasto legato al palo senza il rischio di aggredire nessuno.

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