Economia

Calano i risparmi e ci si affida a giochi e lotterie: spesi 73 miliardi per tentare la fortuna

Lotteria: tabaccheria vincente Pietra

In tempo di crisi ci vorrebbe un bel colpo di fortuna. Lo sanno bene gli italiani che, tra rischio inflazione, aumento dell’Iva e debolezza dei mercati finanziari, si sentono sempre più poveri e cercano di correre ai ripari. Affidandosi al gioco, innanzitutto.

Alla fine del 2011 saranno oltre 73 i miliardi (quasi il 20% in piu’ del 2010) spesi dagli italiani in giochi a premi, lotterie e slot machine. Una spesa superiore a quella per l’abbigliamento e le calzature, pari a circa il 60% dei consumi alimentari. E’ quanto emerge nel Rapporto Coop 2011 “Consum i & Distribuzione”. Per trovare la quadra le famiglie italiane sacrificano i consumi no-food (auto, arredo casa, multimedia, elettrodomestici e abbigliamento), ma tagliano anche gli alimentari e modificano il carrello della spesa dove tornano a crescere i prodotti di base (olio d’oliva, latte uht, tonno in scatola), godono di sempre maggiore credito i prodotti a marchio che vengono acquistati di piu’ nell’ultimo anno dal 49% dei consumatori.

Crescono il carrello etnico e il ‘pronto’ (a elevato livello di servizio), perdono forza i carrelli salute, lusso e multimediale ad eccezione di smartphone e tablet. Meno formiche sui risparmi ma anche meno cicale sui consumi, gli italiani si dimostrano sempre piu’ sobri (piu’ consumi in ambito domestico), piu’ abili (cercano promozioni, prediligono il supermercato ma fiutano nuovi formati di spesa come i discount e gli specialisti drug), piu’ nomadi (il 35% vaga da un punto vendita all’altro) e sempre piu’ pessimisti (il 42% dichiara peggiorate le proprie prospettive di lavoro, un anno fa era il 23%). Il tutto con un’attenzione agli sprechi: preferiscono confezioni piu’ piccole, riempiono meno il frigo di cibi freschi (meno carne, pesce, ortofrutta) acquistano piu’ sacchetti per la spazzatura e meno stoviglie di plastica (-10%).

Circa l’80% delle famiglie italiane e’ convinta di vivere al di sotto o sul limite di uno standard appena accettabile (rispetto al 44% della Germania e al 54% della Francia). Dunque, perché non tentare la fortuna?

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