Economia

Privatizzazione contro le fughe dei pazienti: apre il nuovo reparto di artoprotesi ad Albenga

Albenga - nuovo ospedale

Albenga. Nel giorno in cui l’assessore regionale alla salute Claudio Montaldo torna a deprecare pubblicamente l’ospedale di Albenga (“è stato un errore che oggi presenta costi eccessivi”), il manager dell’Asl 2, Flavio Neirotti, benedice il nuovo reparto di artoprotesi del Santa Maria di Misericordia quale “grande linfa per le casse sanitarie”. Un piano nel piano che vorrebbe combinare risparmio e strategia antifuga dei pazienti. Con un reparto a gestione privata convenzionata, capitanato da Alessio Albani, fisioterapista che viaggia lanciato nel mondo imprenditoriale della sanità grazie ad una carriera costruita su 160 mila euro finanziati qualche hanno fa da Sviluppo Italia.

Per il direttore generale Neirotti il nuovo reparto di ortopedia ad Albenga “tra tante notizie negative è un progetto positivo: entro l’anno parte questo recupero della mobilità passiva dei cittadini savonesi e non solo. I professionisti che operano fuori rientrano. E’ un vantaggio sia sociale che economico in questo momento di grande difficoltà. Abbiamo stimato, in base all’offerta che ci è pervenuta, di recuperare circa 900 mila euro all’anno, grande linfa per le nostre casse”.

Entro la fine dell’anno il reparto diventerà operativo. Un’operazione che all’Asl verrà a costare circa 58 milioni di euro, spalmati nel tempo, con l’obiettivo di arginare la dispora dei liguri che vanno nelle cliniche private del Piemonte e della Lombardia per le protesi d’anca e di ginocchio, il conto dei quali arriva direttamente, e salato, alla Regione. Se l’assessore regionale Montaldo ripete che l’ospedale di Albenga è un doppione, dal Santa Corona sottolineano che il nuovo reparto ingauno costituisce un doppione rispetto a quello che esiste ed opera a Pietra Ligure. L’Asl controbatte che, invece, nella città delle torri torneranno ad indossare il camice proprio quei medici che avevano dirottato il lavoro nelle cliniche private del Nord Italia, per esempio all’Humanitas di Rozzano o al Galeazzi di Milano.

Nell’ambito sanitario, non solo ovviamente tra gli utenti, c’è chi storce il naso per le scelte del piano straordinario per recuperare 16 milioni di euro in 3 mesi, che comportanto la soppressione, di fatto, delle Day Surgery negli ospedali di Savona, Pietra Ligure e Albenga, con il taglio di oltre 500 interventi sino alla fine dell’anno. “Abbiamo il compito di fare proposte e fare piani straordinari come questo – replica Neirotti – Il nostro compito è, indipendentemente dai consiglieri regionali, quello di cercare risorse per la sanità ligure. Nel piano che presenteremo ad ottobre in Regione abbiamo recuperato una serie di doppioni con una decina di accorpamenti tra il 2010 e il 2012. I doppioni non possiamo permetterceli, ma bisogna mantenere comunque alta l’offerta in provincia di Savona”.

Ci sono tutte le premesse perché torni ad infuriare la polemica sulla definizione di “doppione”, anche se la scommessa sul nuovo reparto di artoprotesi viene da lontano, prima del precipitare degli eventi per tamponare il disavanzo con un piano d’emergenza redatto direttamente dall’azienda sanitaria. Il reparto che diventa operativo nell’ospedale di Albenga al posto dell’ex maternità ospiterà il team della cordata di società che si è aggiudicata l’appalto, la cui capofila è la “Omnia Medica Group” di Albani, genero di Aldo Dellepiane. Gara vinta con un’offerta unica, al ribasso sulla base d’asta da di un 6,67 e con una dilazione dei pagamenti che consentirà all’Asl di recuperare un 5%. “Un’offerta che la nostra commissione ha ritenuto valida. Sono convinto della bontà dell’offerta. Non è un caso anomalo” garantisce Neirotti.

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