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Aggressione ad assistente sociale cairese, per i periti Formica era capace di intendere e volere

Cairo M. Josè Francisco Galvis Formica, il cinquantenne italo-colombiano che il 21 febbraio scorso è entrato nella sede dei Servizi Sociali di Cairo Montenotte e ha aggredito una dipendente dell’ufficio ferendola gravemente, quel giorno era capace di intendere e di volere ed ha colpito la donna con una condotta “di astratta idoneità omicidiaria”. E’ questa la conclusione alla quale sono arrivati i periti del Tribunale (i dottori Fulvio Borghini e Gianluigi Rocco) e che è stata resa nota questa mattina, davanti al gip del tribunale di Savona Fiorenza Giorgi, nel corso della discussione dell’incidente probatorio. Secondo gli esiti delle relazioni peritali quindi Formica è pienamente imputabile in quanto capace di intendere e volere (ora ed al momento in cui si presentò nell’ufficio cairese) e l’accusa di tentato omicidio ha ragione di sussistere viste le lesioni riportate dalla vittima, l’assistente sociale Veronica Meinero.

L’esito dell’incidente probatorio non sorride quindi all’imputato. I suoi difensori, gli avvocati Paolo Gianatti e Corrado Bandini, hanno commentato così l’esito delle perizie: “Ovviamente queste conclusioni non sono favorevoli per noi. Dal punto di vista clinico non possiamo che prendere atto del parere al quale sono arrivati i due periti, ma processualmente crediamo che ci sia la possibilità di discutere su alcuni elementi che sono discordanti”. La difesa aveva nominato un consulente di parte che li ha assistiti nell’analisi delle perizie e dei test: “Per ora non possiamo dire molto, ma esistono degli elementi che potranno essere discussi più avanti, in sede processuale e che potrebbero portare ad una valutazione diversa”.

Adesso la palla passa nuovamente al pm Chiara Maria Paolucci che dovrà notificare la chiusura di fine indagine e procedere con la richiesta di rinvio a giudizio per Formica. A quel punto verrà fissata la data dell’udienza preliminare nel corso della quale la difesa potrà scoprire le sue carte. Non è da escludere che gli avvocati chiedano di procedere con un riti alternativo, come il giudizio abbreviato.

Nell’ambito dell’incidente probatorio non è stato esaminato solo lo stato di salute mentale dell’indagato proprio su richiesta del sostituto procuratore che aveva chiesto che venisse svolta anche una perizia sulle lesioni riportate dalla vittima: questo per verificare se l’aggressore avesse mirato ad organi vitali oppure no. Erano stati invece gli stessi legali dell’arrestato, prima che arrivasse la richiesta del pm, a manifestare l’intenzione di chiedere una perizia psichiatrica per il loro assistito.

Secondo i suoi difensori, che avevano raccolto le testimonianze di alcuni ex colleghi, Formica negli ultimi due mesi prima di compiere il grave gesto era un uomo che “non aveva più intenzione di vivere” ed era come se “avesse staccato la spina”.

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