Studio Obs: il 50% delle famiglie italiane sono collegate ad internet, sotto la media europea

Anziani al computer - accessibilita siti

Secondo uno studio sull’evoluzione delle attrezzature nelle case tra il 2006 e il 2010, solo il 50% degli italiani ha accesso ad internet nelle loro case, confrontato con il 61 per cento in media in Europa.

Lo studio, condotto dalla scuola Online Business School (Obs), che Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento tematico nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” riporta, sottolinea che l’Italia è inferiore alla media, anche se la situazione è migliorata notevolmente, dal 2006, quando tale percentuale era del 29%.

Tuttavia, l’Unione europea ha raddoppiato il numero di connessioni internet nelle case, dal 30 al 61% in media tra il 2006 e il 2010.
Così, l’Italia ha conseguito il 12° posto, posizione dopo Irlanda, Polonia e Spagna.

Mentre i paesi del Nord Europa (Norvegia, Finlandia, Svezia e Danimarca) sono quelli che occupano la parte superiore con percentuali che sono circa 80%. Da parte sua, Irlanda e Germania sono quelli che sono cresciuti, con aumenti di fino a 40 punti percentuali.

Inoltre, negli ultimi cinque anni, l’accesso alla banda larga delle famiglie italiane è anche cresciuta in alcune zone con un altalenante 80 – 97%. Qualcosa di simile è accaduto con famiglie nelle città di meno di 10.000 abitanti. Se nel 2005 solo il 66% delle famiglie con accesso a internet di queste popolazioni era collegata alla banda larga, ora è il 94,9%.

Lo studio inoltre sottolinea come l’acquisto e l’uso del computer fisso è sceso in Italia in favore di quello dei portatili pari al 25,9% Le famiglie in Italia possiedono due o più computer, condividendo un numero percentuale pari al 42,7 per cento per le famiglie di cinque o più membri.

Inoltre, la televisione tramite Adsl inizia ad essere condivisa dagli italiani anche se solo per il 5,6%. Se il nucleo familiare è composto da quattro membri, la percentuale aumenta al 7,5%. Infine, evidenzia che il video tradizionale è scomparso negli ultimi cinque anni delle famiglie in 18,6 punti percentuali, sostituito da dvd. Per il 60,8%, che aumenta in percentuale fino al 90% in famiglie composte da quattro membri.

Inoltre l’Italia, in uno dei settori dell’economia che segna la più forte crescita in Europa, quello del commercio elettronico, è in netto ritardo. Secondo la ricerca la recessione, paradossalmente, ha contribuito all’aumento del commercio elettronico in quanto ha spinto i consumatori a cercare i prezzi più convenienti proprio nel web.

Le enormi differenze di dimensione e di crescita del commercio elettronico vengono anche spiegate con il tasso di collegamento alla rete: se in media il 64% delle case europee è collegato al web (52,3% a banda larga), i Paesi Bassi e molti stati nordici guidano questa classifica con l’80%, la Germania e la Gran Bretagna rispettivamente con il 75% e il 71%, la Francia con il 62%. L’Italia, la Polonia e la Spagna sono in ritardo con tassi che vanno dal 47 al 51%.

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