Politica

Federazione della Sinistra: “No al restyling delle rete scolastica provinciale, difendere la scuola pubblica”

scuole ceriale

Savona. “La ristrutturazione della rete scolastica provinciale, che è stata avviata in questi giorni, risponde nel modo peggiore alle problematiche poste dalla crisi globale. Non è con l’accorpamento degli istituti o con il taglio di ore e insegnanti nella scuola pubblica che si risolvono i problemi”. Lo afferma in una nota Valeria Ghiso, Responsabile scuola a livello provinciale di PRC- FDS.

“Due soli poli scolastici nella nostra città sono veramente una scelta scellerata, che se pur richiesta dalla finanziaria è stata recepita immediatamente dalla nostra Provincia con una tempestività che riteniamo semplicemente scandalosa. Vorremmo che gli uffici provinciali preposti alle scuole fossero così solleciti ad esempio nella ristrutturazione degli edifici e delle palestre, o controllassero con zelo se davvero i numeri degli alunni presenti nelle nostre aule (imposti per legge) rispettino sempre le norme di sicurezza”.

“E’ giunta l’ora di dire chiaramente al governo e all’amministrazione provinciale di Savona che non vogliamo più essere penalizzati sul versante dell’istruzione ,per colpe che non sono nostre, ma che risalgono a scelte politiche sbagliate e ingiuste che questo governo ha messo in atto in questi anni. E’ il momento di sviluppare un’azione politica concreta e capillare che contrasti pesantemente questo modo di risolvere la crisi”.

“Noi siamo convinti che per risolvere i problemi di bilancio occorra partire dalla eliminazione dei contributi alle scuole private, che caso strano, in questi anni sono aumentati in senso inversamente proporzionale rispetto ai tagli dei finanziamenti alla scuola pubblica, occorre investire maggiormente sulla scuola e la ricerca se vogliamo che la ripresa possa essere competitiva sui mercati del futuro”.

“Occorre soprattutto una riforma seria della scuola e dell’università che incentivi il diritto allo studio e non attui ad esempio il numero chiuso , per cui se un ragazzo vuole iscriversi ad un indirizzo linguistico lo possa fare in tranquillità nella propria città e non debba invece fare il ragioniere per ripiego. Occorre una scuola elementare con un tempo scuola adeguato alle esigenze delle famiglie, che non devono essere obbligate a inventarsi corsi di inglese a pagamento per avere qualche ora in più di scuola. All’università in questo periodo sono state tagliate il 95% delle borse di studio e gli sttudenti sono sempre più obbligati a scegliere destinazioni all’estero per frequentare corsi di dottorato che invece potrebbero essere la premessa per il miglioramento delle risorse del nostro paese”.

“Non è più il momento del “mugugno”, ma di un’azione concreta ed efficace volta alla difesa della scuola pubblica,che in questo paese viene delegittimata ogni giorno di più,attravero i bilanci e gli attacchi sistematici alla classe docente e non docente,dipinta sempre come una classe di fannulloni. Alle famiglie invece non viene fornita un’informazione adeguata sulle conseguenze che tutte queste operazioni avranno sui loro figli. In autunno partirà anche nella nostra provincia una campagna di mobilitazione sulla scuola e i saperi come beni comuni, che coinvolgerà tutti, dai genitori, agli insegnanti, agli studenti, attraverso una massiccia informazione sul degrado delle nostre scuole e del sistema dell’istruzione con iniziative pubbliche che faranno il punto sulle distorsioni del sistema scuola e ci impegneremo costantemente nella difesa dei lavoratori della scuola e delle famiglie vessate da questo sistema così iniquo di istruzione pubblica”.

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