Cronaca

Libia, commesse da 100 milioni a rischio per la Demont: “E’ probabile che rifacciano le gare, ma noi ci saremo”

Atzori  - Demont

Millesimo. Mentre il regime di Gheddafi si sta sbriciolando sotto i colpi dei ribelli che controllano ormai gran parte di Tripoli, la Demont di Millesimo, che nel Paese nordafricano ha una sede con la divisione Lybia, guarda con apprensione al futuro dei propri investimenti. Con la prospettiva della transizione politica e di un nuovo corso governativo nato dalle ceneri della ricostruzione, è probabile un colpo di spugna sui vecchi appalti.

“La situazione è confusa e concitata, aspettiamo di vedere quando finirà tutto. Mi auguro che ci valutino per il nostro lavoro tecnico e la competenza che abbiamo sembre dimostrato, non per motivi politici – afferma Fabio Atzori, amministratore delegato di Demont nonché presidente dell’Unione Industriali di Savona – Non siamo ancora in grado di dire se la futura compagine di governo ci additerà o meno come italiani amici dell’ex regime. Certo è che noi abiamo sempre svolto il nostro lavoro in termini rigorosamente tecnici e siamo apprezzati per questo, pur non essendo mai stati agevolati da nessuno”.

La Demont Lybia, nata nel 2009 grazie ad una joint venture con la Mecos Jsg, si occupa di realizzazioni e manutenzione nel settore gas e petrolifero. In particolare restano congelate dallo scoopio dell’attuale conflitto civile due commesse: una per un dissalatore e l’altra per un impianto di lavorazione del petrolio. Due impianti per un totale di oltre 100 milioni di euro.

“E’ tutto bloccato dall’inizio del conflitto – sottolinea Atzori – Vedremo se il Paese sarà da ricostruire e se vorranno rifare le gare. L’ipotesi più probabile è che indicano nuovamente le gare, anche perché sulle due commesse acquisite non eravamo ancora partiti fisicamente. E’ chiaro che se ci sarà un nuovo governo, potrà decidere di rivedere i rapporti lavorativi con i partner stranieri e magari rimettere tutto in discussione. Ma noi non vogliamo partire in seconda fila e saremo presenti con la nostra capacità, ci saremo”. “Mi auguro soltanto – conclude l’ad di Demont – che non finisca come il primo Iraq, dove lavoravano solo gli americani”.

Sei mesi fa era rientrato in Italia Arnaldo Novello, l’amministratore delegato di Demont Lybia, oggi dirottato operativamente sulla Bosnia. L’ufficio libico della Demont è vuoto e nessun dipendente della società è impegnato nella capitale. L’incertezza grava non poco sugli investimenti dell’azienda valbormidese in terra libica, anche se, a prescindere dal nuovo corso politico, le due commesse (opere di desalinizzazione dell’acqua e di estrazione e primo filtraggio del greggio) appaiono necessarie e realizzabili.

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