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Crisi, le famiglie giovani non riescono a risparmiare: molte costrette ad indebitarsi

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Si fa presto a dire bamboccioni, mammoni o scansafatiche. Quando non si ha un lavoro, o lo si ha sottopagato come la maggior parte dei ragazzi italiani, è dura pensare al futuro. Lo sanno bene le famiglie giovani che coraggiosamente affrontano la quotidianità ma senza riuscire a uscirne vincenti.

A dirlo sono i risultati del primo anno di lavoro del progetto ‘Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali’ di Censis e Unipol, che parlano di giovani coppie che non riescono a risparmiare e che zoppicano lungo un cammino che appare sempre più impervio: quello che porta alla fine del mese. L’indebolimento economico dei lavoratori più giovani sarebbe ormai un fenomeno di lungo periodo. E questa tendenza è destinata inevitabilmente a mettere a rischio la solidità patrimoniale delle famiglie italiane, erodendo la tradizionale propensione al risparmio.

Sono le famiglie con persona di riferimento più giovane quelle che meno delle altre sono riuscite a risparmiare nel corso dell’ultimo anno. Solo il 28,6% dei capofamiglia fino a 35 anni indica che la sua famiglia è riuscita a mettere da parte qualcosa, rispetto a una percentuale più alta (il 38%) riferita ai capofamiglia di 45-54 anni. Sono infatti le famiglie più giovani quelle che in quota maggiore spendono tutto il loro reddito mensile (il 58,4% contro la media del 52,5%) e che sono costrette a indebitarsi (il 5% contro la media del 3,7%).

Dall’osservazione dell’assetto patrimoniale delle famiglie italiane emerge in modo netto la debolezza dei nuclei più giovani, particolarmente marcata in oltre la metà dei casi. L’8% non può contare su nessun genere di patrimonio, e a queste si aggiunge il 42,6% che non ha nessun patrimonio immobiliare (contro il 16,8% medio). Circa il 20% delle famiglie giovani (rispetto al 40% circa del totale delle famiglie) può contare esclusivamente sulla prima casa (3,7%) o sulla prima casa e un conto in banca (19,1%).

Il possesso di altri immobili o di investimenti e rendite riguarda circa il 23% di esse, contro il 36% riferito alla totalità delle famiglie italiane. Oltre il 40% delle famiglie giovani vive infatti in una casa in affitto. E una ulteriore testimonianza della loro fragilità patrimoniale proviene proprio dall’analisi della condizione abitativa. Secondo il Censis e l’Unipol, l’insieme delle famiglie che non possiedono la casa in cui vivono, di nuovo sono le famiglie più giovani a risultare le più svantaggiate. L’83% di esse è in affitto da un privato (contro il 73,5% del totale delle famiglie non proprietarie), il 15,9% vive in una casa di un parente, e solo l’1% usufruisce di un affitto da un ente, che generalmente prevede canoni agevolati, a fronte del 9,5% del totale delle famiglie non proprietarie (percentuale che sale invece al 15% circa per i nuclei con persona di riferimento con 55 anni e più). Nel dibattito pubblico le risorse rappresentate dal risparmio e dai patrimoni delle famiglie vengono frequentemente citate come un elemento di solidità del sistema economico nazionale. Ma questo discorso è destinato a essere sempre meno vero, se i giovani lavoratori, sulle cui spalle ricade prevalentemente il peso dell’incertezza economica, spesso senza alcun genere di ammortizzatori, non sono nelle condizioni di accantonare risorse per il futuro. E anzi mostrano, diversamente dai loro padri, una maggiore tendenza (e necessità) a indebitarsi.

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