Cronaca

Delitto cantieri Solimano: 30 anni all’omicida. Sgomberati 25 romeni e 5 tunisini

Savona. Proprio nel giorno in cui una squadra interforze di polizia di Stato e municipale ha passato al setaccio gli ex cantieri Solimano di Savona, area rifugio di clochard e spesso sbandati, in sede giudiziaria arriva la condanna di Larik Semencenko, il quarantenne moldavo arrestato a inizio anno per l’omicidio di un vagabondo romeno all’interno della vasta area dismessa di via Nizza. L’uomo è stato condannato in rito abbreviato a 30 anni di reclusione.

Il moldavo, anch’egli senza fissa dimora, aveva ammesso di aver aggredito e ucciso l’amico Nicolai Alexandru, romeno di 53 anni, perché lui lo aveva provocato, sostenendo di essere stato con sua moglie. Il fatto di sangue era avvenuto sotto gli effetti dell’alcool. Un delitto particolarmente efferato secondo quanto ricostruito dagli inquirenti: l’assassino aveva percosso il romeno con una padella, infierendo quando era a terra, sfondandogli il fegato e infine gli aveva reciso la gola.

Oggi i controlli a tappeto della polizia municipale e degli agenti della Questura di Savona all’interno degli ex cantieri. Sono stati trovati, in condizioni igieniche allarmanti, 25 cittadini romeni, 6 dei quali identificati per precedenti specifici per reati contro il patrimonio. Inoltre, accampati tra degadro e sporcizia anche 5 tunisini, in possesso del permesso di soggiorno temporaneo per motivi umanitari, giunti a giugno nella città della torretta in piena crisi del Nordafrica.

Il blitz interforze ha avuto anche un obiettivo preventivo dal punto di vista della microcriminalità, essendo il “popolo” dei Solimano dedito abitualmente alla sopravvivenza attraverso la questua e gli espedienti e, in taluni casi, i reati predatori. Ma il livello di vigilanza per evitare accampamenti abusivi è anche alto nelle zone di Zinola, Legino e all’autoporto. La trentina di senza fissa dimora sono stati sgomberati dai locali occupati, le finestre dei quali verranno sbarrate. Di recente è stata ripristinata l’inferriata di accesso all’area.

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