Ampliamento Tirreno Power, Vado e Quiliano votano no in conferenza: parlano Caviglia e Ferrando

Ferrando, Caviglia

Vado Ligure. In sede di conferenza dei servizi, nella capitale, i sindaci di Vado Ligure e Quiliano hanno votato no alla pratica autorizzativa che consente a Tirreno Power la costruzione di una nuova unità a carbone da 460 Mw. Sia Attilio Caviglia che Alberto Ferrando, però, hanno rimarcato il plauso agli intenti della Regione di trovare la quadra tra opposte esigenze, economiche e ambientali. Ma la posizione resta quella di ferrea resistenza.

“Abbiamo opposto un rifiuto a questo documento, pur ritenendo apprezzabile il lavoro svolto dal governatore Burlando insieme agli assessori Briano e Guccinelli – afferma Caviglia, primo cittadino vadese – La Regione ha cercato di mediare tra le richieste di cittadini e comitati e quelle di azienda e sindacati. Quella della giunta regionale, però, rimane una delibera che, valutando i diversi aspetti, bocciamo. Bene invece per l’idea delle compensazioni a favore dei Comuni penalizzati dall’impatto inquinante, ma devono essere qualificate e quantificate meglio”.

L’imposizione dell’AIA sui due gruppi esistenti va incontro alle istanze delle due amministrazioni di Vado e Quiliano. “Finalmente si sottolinea la necessità dell’adeguamento alle prescrizioni sull’impatto ambientale – sostiene Caviglia – Se un gruppo continuerà ad andare avanti per sei anni e l’altro nove, è fondamentale l’abbattimento delle emissioni e delle polveri. La salute ambientale va valutata per l’intero territorio, non solo per l’area intorno alla centrale”.

“E’ scandaloso che da quattro anni non si sia applicata ancora l’autorizzazione integrata ambientale – nota Alberto Ferrando, sindaco di Quiliano – Bene quindi l’imposizione dell’AIA e le altre prescrizioni a tutela dell’ambiente. La Regione ha tentato uno sforzo diplomatico ed ha ascoltato le esigenze del comprensorio, ma la situazione rimane complessa e l’ente regionale deve ancora definire con chiarezza l’intesa con l’azienda. La costruzione di un terzo gruppo rimane un elemento di discrezionalità che viene rimandato al futuro, fra nove anni, e questo è giusto perché solo dopo un esame complessivo delle ricadute ambientali si può ragionare su un’eventuale terza unità, oltre a quella da 460 Mw e da 330 Mw”.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.