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Savona Fbc, Ninni Corda: “Vedo una società fantastica e una città stupenda”

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Savona. A pochi giorni dalla “nomina” Ninni Corda, nuovo mister biancoblu, prima di ripartire per la sua Sardegna rilascia alcune dichiarazioni in merito alla sua nuova avventura.

Riguardo al fatto che alcuni giornalisti l’abbiano soprannominato Mourinho, Corda cerca di spiegarne i motivi: “Sì, ho sentito e letto qualcosa di simile, credo che il paragone venga fatto perché forse siamo simili caratterialmente. Come lui quando prendo un impegno cerco di portalo fino in fondo. No, gossip assolutamente no. Mi auguro di portare dei grandi risultati, così come ho sempre cercato di fare nella mia carriera. Il mio unico obiettivo è quello di portare avanti la squadra”.

In un’intervista ha dichiarato di sperare di trovare giocatori motivati e attaccati alla maglia. Qual è il significato? “Essere attaccati a una maglia per me vuol dire sudare – spiega -, lavorare e raggiungere dei risultati. Sentirsi parte di una squadra, quindi sentirsi la maglia come la propria pelle è fondamentale per un calciatore. Questo vuol dire essere un professionista! Il mio motto è non mollare mai, portare un grande spettacolo la domenica in campo e rispettarsi gli uni con gli altri”.

Sullo schema preannunciato, il 4-4-2, e il fatto che sia il calciatore a doversi adattare allo schema o sulla possibilità di modellare la squadra a seconda delle caratteristiche dei giocatori, Corda dichiara: “E’ lo schema a cui faccio riferimento, ci tengo al mio metodo di lavoro perché mi ha portato ad essere quello che sono. Ovviamente avrò bisogno di giocatori che lavorino in una certa maniera, ma ci si adatta. Insomma, devo ancora studiarli un po’ questi ragazzi…”.

“Sono molto contento, non potevo aspettarmi di meglio – afferma riguardo alla società -. Il presidente è entusiasta e lo stesso tutti gli altri collaboratori, e questo mi dà forza e voglia di fare. Il fatto che in società siano tutti uniti è un punto in vantaggio per la squadra. Devo dire che si sono subito messi a mia disposizione e ho apprezzato tantissimo il tutto”.

Quanto influisce in percentuale un allenatore nel risultato di una squadra? “Beh se dovessimo fare un paragone – dice Corda -, per esempio in serie A un buon 25%, invece in serie C in generale un 30%”.

Per quanto concerne il rapporto con i giocatori, il mister la vede così: “Assolutamente non amichevole. Ci deve essere un rapporto distaccato, dove tutti si rispettano. Nel calcio l’amicizia tra allenatori e calciatori può essere pericolosa a livello di risultati. Per me se si è amici si parla di dilettantismo, invece il mio obiettivo è quello di remare tutti insieme per raggiungere la meta predefinita”.

Riguardo alle doti prinicipali di un allenatore, Corda le riassume: “Se posso fare un elenco dico: personalità, competenze tecniche e tattiche, gestione del gruppo e deve saper motivare”.

“Fino ai 18 anni ho giocato come portiere, ma non ero molto portato, quindi ho lasciato stare… Amo fare il mio mestiere e mi piace farlo bene – prosegue -. In Liguria ho giocato solo come avversario, mi ricordo La Spezia, l’Imperia… Vedo una piazza eccezionale, una società fantastica e una città stupenda. Cosa potrei desiderare di più…”.

Ai tifosi Corda lancia un appello: “Nello sport il tifo è la massima soddisfazione di un atleta. Il calore dei tifosi è fondamentale, senza non avrebbe senso giocare. Voglio che i tifosi siano sempre presenti, nel bene o nel male perché è anche grazie a loro che capiamo dove sbagliamo e cosa possiamo migliorare. In fondo si gioca per loro!”.

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