Cronaca

Processo Tomaso Bruno, istanza dell’accusa provoca l’ennesimo rinvio

Tomaso Bruno Elisabetta Boncompagni

Albenga. Oggi, con la requisitoria del Pubblico Ministero, avrebbe dovuto avere inizio il dibattimento finale del processo a Tomaso Bruno ed Elisabetta Boncompagni, accusati di aver ucciso in una stanza di albergo il loro compagno di viaggio Francesco Montis.

Il pm, però, ha presentato una richiesta al giudice di sopralluogo da parte della Corte all’Hotel Buddha, per meglio valutare lo stato dei luoghi e le testimonianze del manager e dei camerieri. Il giudice, senza esitazione, ha respinto l’istanza, ritenendola non necessaria.

“Tutto questo, avvenuto con sorpresa anche da parte dei nostri avvocati, ha comportato l’ennesimo rinvio – dichiara Marina Maurizio, madre di Tomaso – . La prossima data ora fissata è giovedì 16 giugno. Abbiamo la convinzione che la pubblica accusa continui ad attuare la strategia del rinvio, quasi a voler rinviare sempre di più nel tempo il giorno della sentenza, avendo la consapevolezza di non aver argomentazioni per sostenere l’accusa di omicidio”.

“Purtroppo – prosegue -, se questo atteggiamento non cambierà, difficilmente verrà rispettata la data imposta dalla Suprema Corte, cioè il 21 giugno, e questo per la seconda volta (la prima datta fissata era il 29 gennaio). La difesa in questi casi è impotente, l’unica cosa che può fare è protestare, ma non vuole rinunciare al tempo necessario per esporre la propria linea di difesa e all’esposizione di tutte le contraddizioni dei testimoni emerse durante il dibattimento ed alle conclusioni prive di ogni fondamento medico legale dei rapporti post-mortem”.

“Quindi non ci resta che aspettare il 16 giugno e magari qualche data successiva, per poter valutare anche un cambio nel nostro programma. Non è escluso un nostro rientro anticipato in Italia – conclude la madre di Tomaso – per far poi ritorno a Varanasi al momento del pronunciamento della sentenza”.

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