Sport

Dalla gioia all’incubo: il Riviera Vado Basket verso il fallimento, voragine nel bilancio

Bovero, Caviglia, Giuliano - Vado

Vado Ligure. I festeggiamenti di domenica sera sono ancora vivi nel cuore degli appassioni di basket di Vado e di tutta la provincia. Il magico pomeriggio vissuto dagli oltre 1400 tifosi accorsi al palasport di Quiliano ha regalato emozioni che difficilmente saranno dimenticate dai tifosi del Riviera Basket e dai giocatori protagonisti dell’esaltante cavalcata che ha portato la più importante società ligure del movimento cestistico maschile a riprendersi la serie A Dilettanti dopo due stagioni di assenza. Ma ora emergono i presagi dell’incubo.

A poco più di ventiquattro ore dal trionfo ai danni della Royal Castellanza, però, la Vado della palla a spicchi deve fare i conti con la realtà. Una realtà dettata da ciò che sta alla base dei successi sportivi di questa portata: gli sponsor che mandano avanti il tutto, i costi di iscrizione al campionato, gli stipendi dei giocatori di livello così alto. Il denaro, insomma. Questa mattina in Comune a Vado si è svolto un vertice tra il sindaco Attilio Caviglia e i capigruppo Monica Giuliano (Pd), Pietro Bovero (Psi) e Matteo Debenedetti (Pdl): ne è emersa la drammatica realtà del bilancio della società sportiva. Con una prospettiva funesta: la liquidazione della società (settore giovanile escluso).

La serie A Dilettanti, secondo stime approssimative, richiede spese superiori al milione di euro. Ingaggi dei cestisti e dell’allenatore, oltre che dei tecnici e di tutto il personale necessario che va dal medico al massaggiatore, dal preparatore atletico al direttore sportivo. E poi la riaffiliazione alla Federazione, l’iscrizione al campionato, i tesseramenti. E ancora le trasferte e le spese annesse, viaggi che porterebbero la squadra a girare mezza penisola.

Il Riviera Vado Basket deve fare i conti con una pesante situazione debitoria. Numeri alla mano, i dirigenti del sodalizio biancorosso devono fronteggiare una condizione economico-finanziaria molto difficile, che mette a rischio l’iscrizione alla serie A Dilettanti. Anzi, la sopravvivenza stessa della squadra.

“Certamente i debiti della società sono pesanti e servirà un intervento congiunto da parte di enti pubblici e investitori privati per salvare il patrimonio sportivo della cittadina vadese – commenta il consigliere comunale Matteo Debenedetti, capogruppo del Popolo della Libertà – Bisogna anche considerare che il Riviera Basket è inserito all’interno della Polisportiva vadese e perciò ogni azione va ponderata anche sulla base delle esigenze delle divesce componenti. Solo un magnate pronto a metterci l’impegno finanziario permetterebbe alla squadra di stare in serie A Dilettanti. Ci vorrebbe un investitore o una cordata o pensiamo magari a Maersk”.

Il capitolo delle sponsorizzazioni sportive è un guazzabuglio, essendo al centro delle vicende giudiziarie che hanno portato agli arresti Roberto Drocchi, presidente del Riviera Basket ed ex ingegnere capo dell’ufficio tecnico comunale. Accusato di essere il perno di un giro di tangenti e favoritismi in ambito edilizio, Drocchi ha riferito ai magistrati di aver utilizzato i denari illeciti per promuovere la squadra cestistica. “Con l’inchiesta della Procura che procede, sarà molto difficile garantire gli sponsor necessari per una stagione agonistica di alto livello e comunque sarà impossibile impossibile sostenere la serie A” sottolinea il consigliere Debenedetti.

Difficile individuare una soluzione immediata per tramutare in realtà il sogno concretizzato sul parquet. Aiuti istituzionali potrebbero arrivare, ma non sarebbero certo sufficienti. L’unica ancora di salvezza potrebbe essere quella di trovare un grosso investitore in grado di mettere sul banco i soldi necessari. Sempre rispettando i paletti imposti dalla Polisportiva vadese, della quale il Riviera è parte, così come il Sabazia e le altre prinicipali realtà cittadine.

Le sponsorizzazioni, a causa della nota vicenza extrasportiva che ha coinvolto Roberto Drocchi, sono saltate tutte. Serve un nome nuovo, una figura che voglia sostenere questo patrimonio sportivo locale. E così anche il Riviera Basket si trova a lanciare un appello a chi gli sta intorno, per scongiurare un fallimento che avrebbe un sapore davvero amaro, considerata la passione che il sodalizio del “pappagallo” era riuscito a costruire intorno a sé.

La provincia savonese e la Liguria non sono nuove a disperate invocazioni di aiuti economici che spesso sono cadute nel vuoto. Accade puntualmente ogni qual volta che una società riesce ad affacciarsi al panorama sportivo nazionale. Tanti gli esempi, dall’Alassio al Riviera della pallavolo, dallo Sporting Albenga del calcio femminile, solo per citare i più recenti.

Agli appassionati vadesi non resta che sperare in un pronto sostegno, altrimenti il rischio concreto è quello di rivedere, a partire da ottobre, la squadra cittadina giocare la serie D nel pallone dei giardini a mare, senza poter più assaporare confronti del calibro di quelli vissuti in questi anni con realtà quali Forlì, Venezia, Vigevano e tutte le altre che hanno calcato il campo di Quiliano.

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