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Pietra, sgominata banda di spacciatori albanesi ed italiani: 5 persone in carcere, 4 ai domiciliari (foto)

Pietra L. Nove ordinanze di custodia cautelare in carcere ed agli arresti domiciliari, oltre a cinque per l’obbligo di presentazione quotidiano in caserma, sono state notificate nella giornata di ieri dai militari del Nucleo Operativo Radiomobile di Albenga. E’ questo il bilancio di una vasta operazione antidroga, denominata “Orchidee”, che ha smantellato un’organizzazione criminale, composta da albanesi ed italiani, che gestiva un grosso giro di spaccio di cocaina e marijuana, tra Pietra Ligure e Loano.

Le ordinanze di custodia cautelare in carcere hanno colpito cinque albanesi: Glendi Hushi, detto “Roni”, 33 anni, (ed i suoi connazionali L.T., 34 anni, G.A., di 39, B.A., di 23, e A.C., di 40 (che al momento sono riusciti a sfuggire all’arresto). Ai domiciliari sono invece finiti due albanesi e due italiani: Ermir Bakillari, di 42 anni, E.V., detto “Nesti”, di 25, Samuel Comandù, di 22, e Enzo Di Benedetto, di 50. Infine avranno l’obbligo di comparizione quotidiana due albanesi, un marocchino e due italiani: Edmond F., di 37 anni, Alket K., di 37, Gianmario Z., di 40, Luca S., di 28, e Mohamed S., di 37.

Per tutte le persone colpite dall’ordinanza, firmata dal gip Donatella Aschero del tribunale di Savona, l’accusa è di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti (cocaina e marijuana) ad eccezione di B.A. e G.A. ai quali viene anche contestata l’accusa di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. In particolare, secondo i militari, i due controllavano l’attività di una lucciola (L.D.) che esercitava tra Albenga e Loano: la accompagnavano sulla strada e ne gestivano la posizione (in certi casi per farsi consegnare il denaro incassato hanno anche minacciato e picchiato la ragazza).

Il cuore dell’operazione comunque resta il filone dello spaccio: i carabinieri, già dalla scorsa estate, si erano messi sulle tracce dei gestori di un traffico di droga che da Torino veniva portata in Riviera. Il corriere dello stupefacente era Hushi che, dopo essersi rifornito di droga nella città della Mole, lo consegnava a L.T. che lo custodiva nel suo garage a Pietra. Da lì il narcotico veniva smistato agli spacciatori (le altre persone coinvolte nell’inchiesta) e consumatori della zona. Una delle svolte delle indagini è arrivata con l’arresto, l’11 settembre scorso, di Glendi Hushi. L’uomo era stato intercettato dai militari dopo essere uscito dal casello di Finale Ligure: a bordo del suo furgoncino Mercedes era stata ritrovata oltre un chilo di marijuana. Lo stesso giorno i militari arrivano anche a perquisire il garage di L.T. al cui interno viene trovata, oltre alla droga, anche una pistola. L’indagine aveva però preso le mosse dall’arresto, a giugno, ad Albenga di uno spacciatore che era stato “pizzicato” con un etto di polvere bianca. Secondo i carabinieri il giro di affari dell’organizzazione criminale si concentrava tra i parcheggi della stazione di Pietra ed il parcheggio davanti alla pizzeria “Pizzemporio”.

Da questi arresti, grazie anche a numerosi servizi di appostamento ed intercettazioni ambientali, gli inquirenti sono riusciti a ricostruire tutto il giro di spaccio che ha portato, ieri, all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare per 14 persone. Nell’operazione “Orchidee” in tutto risultano coinvolte 17 persone (alcune di loro sono rimaste indagate a piede libero).

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